Roma, 10 ago. (LaPresse) – “Basta criminalizzare la discoteca, se si vuole i modi per contrastare l’uso di droga ci sono ma dobbiamo sederci tutti a un tavolo e contribuire ognuno per la sua parte”. Così Maurizio Pasca, presidente dell’Associazione italiana delle imprese di intrattenimento di ballo e spettacolo (Silb), e proprietario della discoteca ‘Quattro colonne’, nel leccese, a una cinquantina di chilometri da dove è morto Lorenzo Toma la notte di sabato.

“Come al solito quando succedono eventi infausti ad essere criminalizzato è l’intero settore dell’intrattenimento notturno in Italia, che è rappresentato da tremila aziende il 95% delle quali balere, night club, locali di liscio – sottolinea Pasca – di contro ci sono una trentina di locali che fanno tendenza nella Penisola, rivolti a un pubblico adolescente dal quale emerge un problema sociale di disagio giovanile nei confronti del quale non ci si concentra, scaricando le responsabilità sulla discoteca”.

“Il problema non sta nelle imprese ma altrove a cominciare dalle famiglie – prosegue Pasca – si deve tornare ad formare i giovani, bisogna che torni l’educazione civica nelle scuole per insegnare comportamenti sani e corretti”. Pasca, che ha incontrato il ministro Alfano la scorsa settimana, chiede che la categoria venga ascoltata di più: “Perché, chi meglio di noi – sottolinea – conosce il mondo dei giovani? Per anni ci hanno considerato i responsabili delle stragi del sabato sera – aggiunge – poi quando sono arrivati quei controlli sulle strade che noi da anni invocavamo il numero dei morti è calato del 40%”.

La soluzione alle “morti per sballo”, secondo Pasca “arriva anche da pene più severe e maggiori controlli”. Ma in questi giorni, denuncia, “si stanno passando al setaccio anche i locali dove si balla il liscio, a che serve?”.

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