Roma, 30 lug. (LaPresse) – La polizia postale sta chiudendo 17 falsi siti dell’Enel (qui l’elenco) all’interno del quale si celava un pericoloso malware che ha mietuto vittime tra privati cittadini e soggetti pubblici. Nelle ultime settimane c’è stato un massiccio incremento della campagna di diffusione del malware noto come ‘Cryptolocker‘. CryptoLocker è un trojan comparso intorno alla fine del 2013 ed è una forma di ransomware che infetta i sistemi Windows, criptando i dati della vittima e richiedendo un pagamento per la decriptazione, in genere non meno di 300 euro. La somma spesso deve essere pagata in ‘Bitcoin‘, una moneta virtuale che non viene controllata da alcuna autorità centrale, ma viene gestita autonomamente attraverso i siti di cambio (oggi un Btc vale circa 220 euro). La segnalazione di questa nuova campagna era giunta al sito www.commissariatodips.it che aveva immediatamente provveduto ad allertare la competente unità del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.
In questa ultima versione, la minaccia si è presentata attraverso un considerevole invio di email apparentemente inviate dalla società ‘Enel SpA’ nelle quali si invitava l’utente a visitare un link in cui erano presenti i dettagli di una bolletta per la fornitura di energia elettrica. Una volta cliccato sul link, si approdava ad un falso sito web della suddetta società su cui era presente un pulsante tramite il quale scaricare il file della bolletta, ma in realtà tale pulsante consentiva il download del malware sui pc delle vittime. Sia le email fraudolente sia i falsi portali web risultavano ben costruiti e le informazioni in essi contenute risultavano scritte in perfetto italiano.
Alcuni dei siti, tutti collocati all’estero, risultavano attestati su server situati in Turchia e in Russia, pertanto grazie ad una pronta e capillare attività, anche in coordinamento con i competenti uffici di sicurezza informatica di Enel, gli investigatori hanno provveduto ad attivare la rete internazionale 24/7 High Tech Crime del G8 per richiederne l’immediata chiusura. Infatti presso il Servizio polizia postale e delle comunicazioni è attestato il punto di contatto del Network 24/7 High Tech Crime del G8 – Gruppo Roma-Lione – per le emergenze di carattere informatico. La collaborazione con gli investigatori stranieri, in particolare con il Department of Cybercrime della polizia turca e il Dipartimento K del Ministero degli Interni russo, è risultata determinante ed in poco tempo tutti i siti sono stati chiusi.
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