Roma, 30 lug. (LaPresse) – ‘Perseguitati’ è il titolo del nuovo dossier di Caritas Italiana sulle angherie e vessazioni subite in tutto il mondo dai cristiani. La relazione raccoglie dati e testimonianze che raccontano la vita dei fedeli in territori dilaniati dal terrorismo e dal fenomeno delle migrazioni forzate: sono infatti oltre 100 i milioni di cristiani vittime di discriminazioni e violenze messe in atto da regimi totalitari o adepti di altre religioni. Da novembre 2013 al 31 ottobre 2014 si calcola che i cristiani uccisi per ragioni strettamente legate alla loro fede sono stati 4.344, mentre le chiese attaccate per la stessa ragione sono state 1.062. Solo in Corea del Nord, si legge nel dossier, ci sono tra 50 e 70mila cristiani in campi di detenzione. Poi ci sono la Somalia, l’Iraq, la Siria, l’Afghanistan, il Sudan e l’Iran, dove i cristiani sono perseguitati con più intensità.
Una barbarie che peraltro colpisce molte altre minoranze religiose ed etniche e che rivela un preoccupante aumento dell’intolleranza, e non solo nel Medio Oriente delle milizie dell’Isis, teatro dei conflitti. Il dossier ha un duplice obiettivo: fare luce sulle cause della persecuzione tenendo conto delle variabili economiche, culturali e geopolitiche dei singoli Paesi coinvolti, e, al tempo stesso, dare voce alle testimonianze silenziose dei tanti che continuano a custodire la fede a rischio della propria vita. Come quando un anno fa, a luglio 2014, gli uomini dell’Isis irruppero a Mossul e iniziò un esodo che in poche settimane ha portato più di un milione di persone a rifugiarsi nella regione irachena del Kurdistan, cristiani, yazidi e altre minoranze, accolte in particolare nella regione di Erbil, Dohuk e Zakho.
La situazione si è ulteriormente aggravata con nuove ondate di sfollati verso la regione del Kurdistan.
“La Chiesa locale si è subito mobilitata dando accoglienza nei cortili, nelle chiese e in ogni spazio disponibile”. Sono le parole di don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, che insieme al segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, lo scorso ottobre ha visitato i campi profughi ad Erbil. La Chiesa italiana aveva già promosso una giornata di preghiera, il 15 agosto, giorno dell’Assunzione. Lo stesso Papa Francesco è più volte tornato sulla questione ad esempio quando, al termine dell’Angelus del 15 marzo scorso, ha quasi gridato: “Chiedo che la persecuzione contro i cristiani, che il mondo cerca di nascondere, finisca e ci sia la pace”.
Dopo la missione l’impegno di Caritas Italiana si è concentrato su progetti di assistenza nelle diocesi di Erbil e Dohuk con un grande programma di gemellaggi per oltre un milione di euro a favore di 13mila famiglie di cristiani e della minoranza degli yazidi, costrette a fuggire dai loro luoghi di residenza. Dal 2003 a oggi il sostegno economico di Caritas Italiana ai progetti di Caritas Iraq e della rete delle organizzazioni collegate alla chiesa locale è stato di 3,3 milioni di euro. Il dossier evidenzia inoltre come spesso le cosiddette guerre di religione nascondono precisi interessi politici ed egemonici, e rilania l’importaza della collaborazioe tra fedeli appartenendi a differenti religioni, come non cessano di testimoniare le Caritas del Medio Oriente dove sempre più cristiani e musulmani lavorano insieme.
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