Roma, 4 lug. (LaPresse) – “Sono partiti oggi i saldi estivi. Ecco gli sconti medi effettivi praticati dai commercianti: per la voce complessiva di ‘abbigliamento e calzature’ lo sconto medio è del 21,55%, il record per quanto riguarda i saldi estivi che hanno solitamente un ribasso inferiore rispetto a quelli invernali. Il record storico è stato toccato nel gennaio 2015, con il 23,5% di riduzione percentuale”. E’ quanto dichiara l’Unione nazionale consumatori che dal 1955 offre consulenza per le controversie di consumo.

Secondo la previsione dell’Unc lo sconto maggiore per questa estate spetta, comunque, agli ‘indumenti’, una sottovoce della categoria ‘abbigliamento’, che hanno un abbassamento del 22,82%. Il calo minore spetta agli accessori con un -9,6%. Per le calzature il ribasso effettivo praticato è del 20,66%. Dall’indagine UNC, su elaborazione di dati Istat emerge in modo chiaro come durante la recessione gli sconti siano progressivamente saliti.

“I commercianti sono stati indotti dalla crisi a ridurre sensibilmente i prezzi. Anche se non sono confrontabili i dati precedenti al gennaio 2011 per via di modifiche nella metodologia dell’Istat nella rilevazione e nel calcolo degli indici dei prezzi dei prodotti stagionali è comunque, evidente la progressione costante dal 2006 al 2015 – spiega Unc – ad esempio, per la voce ‘abbigliamento e calzature’ si passa dal -9,1% del gennaio 2006 e -5,7% del luglio 2006, al -15,2% del gennaio 2010 e -12,3% del luglio 2010. Poi, con la nuova metodologia, si passa dal -19,1-21,1% di gennaio-luglio 2011 al -23,5-21,55% del gennaio-luglio 2015″.

Dall’indagine emerge anche come gli sconti pubblicizzati (70%, 50%, minimo 30%) siano spesso anche gonfiati: l’abitudine di aumentare il prezzo vecchio così da alzare la percentuale di sconto ed invogliare maggiormente all’acquisto è dura a morire. Il consiglio dell’Unc, quindi, è di guardare sempre al prezzo effettivo da pagare e di diffidare di riduzioni troppo elevate, superiori al 50%.

“Salvo nell’alta moda – precisa l’Unc – un commerciante non può avere ricarichi così alti. Con percentuali così alte, dovrebbe vendere sottocosto”.

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