Di Donatella Di Nitto

Roma, 22 giu. (LaPresse) – In Giunta per le immunità del Senato si potrebbero allungare i tempi per l’esame della richiesta d’arresto ai domiciliari di Antonio Azzollini, accusato dalla procura di Trani di associazione a delinquere, concorso in bancarotta fraudolenta e corruzione per induzione nell’ambito del crac della casa di Cura Divina Provvidenza. Due i fattori che potrebbero far saltare il timing dei lavori dell’organo parlamentare, che aveva previsto di chiudere entro il 24 giugno prossimo: la memoria difensiva depositata oggi da Azzollini e le oltre 30mila pagine che la procura di Trani ha oggi presentato al tribunale del Riesame di Bari, dove il senatore Ncd ha fatto ricorso per l’annullamento della custodia cautelare. Per questo è stato convocato per domani un ufficio di presidenza della Giunta, che molto probabilmente dovrà ridisegnare i lavori, anche se resta confermata in serata la riunione delle 20. In questa sede è infatti attesa la relazione del presidente, Dario Stefano, che già nella scorsa seduta aveva anticipato che avrebbe aspettato la documentazione di Azzollini per completare il parere da presentare alla Giunta. Lo slittamento però potrebbe essere dettato, oltre che dalla memoria difensiva, anche da una richiesta di acquisizione delle nuove carte depositate oggi dalla procura di Trani. Il materiale cartaceo a questo punto potrebbe essere corposo e gli stessi commissari potrebbero chiedere più tempo per esaminarlo.

Giovedì scorso, durante la sua audizione a Sant’Ivo alla Sapienza, Azzollini si era difeso con le unghie e con i denti contro le accuse a suo carico, tanto che Stefano aveva definito la sua difesa “robusta e ricca di contestazioni rispetto ad alcuni passaggi dell’ordinanza”. Il presidente della commissione Bilancio era apparso molto provato, pur confermando di “essere sereno” anche dopo l’audizione. Tra i commissari, invece, si è evidenziata una spaccatura soprattutto in seno al Partito democratico. Mentre Felcie Casson, ex magistrato, ha mostrato di essere favorevole all’arresto, insieme ai collegi del Movimento 5 Stelle, il resto dei senatori dem ha invitato alla cautela spiegando che sarebbe stato utile approfondire. Contrari all’arresto, invece, Enrico Buemi (Psi) e i senatori di di Forza Italia e di Ap.

Secondo le accuse del gip, Rossella Volpe, Azzollini è il “capo indiscusso e indiscutibile dell’associazione a delinquere di un gruppo di potere” che avrebbe “saccheggiato” le casse della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza. Le indagini della procura di Trani e della guardia di finanza di Bari sono iniziate nel 2012 dopo la scoperta di un debito da parte della Congregazione di 500 milioni di euro, oltre 350 dei quali nei confronti dello Stato. Questo debito portò l’autorità ecclesiastica a mettere sotto amministrazione straordinaria la Casa della Divina Provvidenza nominando come commissario alla loro guida monsignor Luigi Martella, vescovo di Molfetta. L’inchiesta della procura ha poi condotto alla scoperta di una serie di conti correnti e di un immobile a Guidonia, fittiziamente intestati ad altri enti ecclesiastici paralleli gestiti dalle suore della Congregazione, con l’obiettivo di sfuggire ai creditori, tra cui appunto anche lo Stato. La conclusione dell’inchiesta ha portato a 10 ordinanze di custodia cautelare, tra cui figura Azzollini, e il sequestro dell’immobile a Guidonia. In tutto gli indagati sono 25.

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