Di Laura Carcano Torino, 21 giu. (LaPresse) – Una lunga intensa giornata oggi a Torino per Papa Francesco: l’incontro con il mondo del lavoro, il raccoglimento alla Sindone, il Cottolengo, i salesiani e il riferimento, ripetuto più volte, ai santi sociali della Torino di fine Ottocento di cui è stata vivaio una città pur così “massonica”, “mangiapreti”, “anticlericale” e anche “demoniaca”. Ma sono i giovani al centro del percorso di Bergoglio, pontefice argentino dalle origini astigiane. Una visita, quella del Papa, scandita da appuntamenti ravvicinati, l’ultimo, di questa prima giornata sotto la Mole, proprio con il mondo giovanile, appunto, che il Papa ha esortato a vivere “controcorrente” come quei santi torinesi e che di lui ama la capacità di comunicare e di dire con semplicità cose che si capiscono.
A BRACCIO BYPASSANDO I DISCORSI UFFICIALI. Dopo una breve preghiera nel santuario della Consolata il Pontefice si è recato alla basilica di Maria Ausiliatrice dai figli e le figlie di San Giovanni Bosco, santo dell’educazione, nel bicentenario della sua nascita. Bergoglio ha bypassato i discorsi ufficialmente previsti parlando a braccio: lo ha fatto dai salesiani e anche rispondendo alle domande dei ragazzi in piazza Vittorio. Nella casa di San Giovanni Bosco Francesco parla di “educazione d’urgenza” ai giovani, fra i quali c’è un tasso di disoccupazione del 40%: l’invito agli educatori e formatori è rischiare come fece don Bosco con le scuole professionali per togliere dalla strada i ragazzi. Papa Francesco ha elogiato la “gioia” e la “concretezza” delle opere di don Bosco. Poi per il Pontefice c’è stato anche l’incontro con chi soffre alla Piccola Casa della Divina Provvidenza, il Cottolengo. Il Papa dell’enciclica verde torna infine in serata a parlare a braccio a migliaia di giovani in piazza Vittorio, rispondendo alle loro domande sulla vita, sulla religione, sull’amore.
‘VIVETE CASTAMENTE’. “Avevo prima le vostre domande – ha detto scherzando Bergoglio -, ma non ho detto ciò che ho scritto, ho parlato dal cuore”. Immerso nelle giovani generazioni fra canti e atmosfera di festa il Pontefice, rispondendo a una studentessa disabile, una giovane disoccupata e uno studente del Politecnico, ha citato beato Piergiorgio Frassati che diceva “Vivere, non vivacchiare!”. E, senza voler fare “moralismo”, ma sottolinenando che anche il Papa deve rischiare di essere impopolare, il Santo padre ha detto: “Siate casti”, “fate lo sforzo di vivere castamente”, superando la concezione “edonista” dell’amore.
IPOCRITI I CRISTIANI CHE VENDONO ARMI. Il Papa ha parlato anche di una “terza guerra mondiale a pezzi” in corso, in Africa, in Medioriente e in Europa, e ha tuonato contro gli ipocriti che si dicono ‘cristiani’ e poi speculano con il mercato delle armi. Il Pontefice ha poi invitato i giovani a non essere vecchi dentro: a “non andare in pensione a vent’anni”, ad agire “controcorrente” rispetto all'”edonismo” e al “consumismo” del nostro tempo essendo “coraggiosi e creativi” e respingendo quelli che fanno vedere “vetro” e lo vogliono vendere come “diamanti”.
MOMENTI PRIVATI. C’è stato spazio anche per qualche momento privato, prima degli appuntamenti al pomeriggio: Papa Francesco ha pranzato in Arcivescovado con i giovani detenuti, migranti, Rom e senza fissa dimora. Nel suo discorso al mondo del lavoro in piazzetta Reale ha parlato di una Chiesa che dica no “all’idolatria del denaro”, “alla corruzione” e “alle collusioni mafiose, alle truffe, alle tangenti”, all’economia dello scarto che chiede di rassegnarsi all’esclusione. Bergoglio in piazzetta Reale ha anche stretto la mano all’ad di Fca Sergio Marchionne, nel cuore di una Torino ex città operaia che per il successore di Pietro “è chiamata a esser ancora una volta protagonista di una nuova stagione di sviluppo economico e sociale con la sua tradizione manifatturiera e artigianale e con la ricerca e l’innovazione”. Non è nemmeno mancato un passaggio di Bergoglio sulla questione migranti: “l’immigrazione aumenta la competizione”, i migranti “non vanno colpevolizzati, perché essi sono vittime dell’inequità, di questa economia che scarta e delle guerre” e “fa piangere vedere lo spettacolo di questi giorni, in cui esseri umani vengono trattati come merce”.
DOMANI INCONTROI COI FAMILIARI. Nell’omelia della Messa davanti a migliaia di fedeli che affollavano piazza Vittorio, Papa Francesco ha messo in guardia dal rischio di lasciarsi “paralizzare dalle paure del futuro e cercare sicurezze in cose che passano, o in un modello di società chiusa che tende a escludere più che a includere”. E nell’introduzione alla preghiera dell’Angelus, nella mattinata torinese, il Pontefice, dichiarandosi “nipote” di “questa terra benedetta”, ha ricordato don Bosco, di cui ricorre il bicentenario dalla nascita, e San Giuseppe Benedetto Cottolengo. Da nipote della terra piemontese, Bergoglio non dimentica le sue origini astigiane. Portacomaro Stazione, frazione di Asti, ha dato i natali nel 1884 al nonno paterno del Papa, Giovanni Bergoglio. E così domani a Torino i discendenti della famiglia di cui è originario il Papa incontreranno il Santo Padre in un momento riservato.
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