Blitz contro gruppo affiliato ad Al Qaeda con base in Sardegna, indizi su attentato in Vaticano

Blitz contro gruppo affiliato ad Al Qaeda con base in Sardegna, indizi su attentato in Vaticano

Roma, 24 apr. (LaPresse) – La polizia ha effettuato in sette province italiane una vasta operazione antiterrorismo nei confronti di appartenenti a un’organizzazione terroristica internazionale affiliata ad Al Qaeda. La base operativa del network terroristico si trovava in Sardegna. L’indagine, diretta dalla Procura distrettuale di Cagliari e coordinata dal Servizio centrale antiterrorismo (Sca) della Direzione centrale della polizia di prevenzione, ha coinvolto le Digos di sette province italiane. La polizia di Sassari, coordinata dalla procura di Cagliari, ha eseguito 18 ordinanze di custodia cautelare. L’organizzazione nel 2010 preparava un attentato kamikaze a Roma, si sospetta in Vaticano. E’ quanto emerso nel corso di una conferenza stampa a Cagliari sull’operazione culminata col blitz di oggi. “Non c’è la prova, ma c’è il forte sospetto”, secondo quanto emerso dalle intercettazioni, che l’attentato potesse avvenire in Vaticano e contro il Papa, ha spiegato Mario Carta della digos di Sassari.

NEL GRUPPO FIANCHEGGIATORI di BIN LADEN. Dall’indagine della Digos di Sassari sono emerse intercettazioni dalle quali risulta che due membri del gruppo hanno fatto parte della rete di fiancheggiatori che in Pakistan proteggevano lo sceicco Osama Bin Laden.

ORGANIZZAZIONE AGIVA IN PAKISTAN. Gli appartenenti all’organizzazione sostenevano la lotta armata contro l’Occidente e il progetto di insurrezione contro l’attuale governo in Pakistan. La strategia degli atti terroristici compiuti era quella di intimidire la popolazione locale e di costringere il governo pakistano a rinunciare al contrasto alle milizie talebane e al sostegno delle forze militari americane in Afghanistan. Gli investigatori del Servizio centrale antiterrorismo della polizia di prevenzione con la Digos di Sassari hanno riscontrato che alcuni degli indagati sono responsabili di numerosi e sanguinari atti di terrorismo e sabotaggio in Pakistan, compresa la strage nel mercato cittadino Meena Bazar in Peshawar del 28 ottobre 2009, dove un’esplosione uccise più di cento persone.

GRUPPO ATTIVO IN TRAFFICO MIGRANTI IRREGOLARI. L’attività investigativa ha permesso di riscontrare come il gruppo provvedeva ad alimentare la rete criminale anche attraverso l’introduzione illegale sul territorio nazionale di cittadini pakistani o afghani, che in certi casi venivano destinati verso alcuni Paesi del nord Europa. In alcuni casi l’organizzazione faceva ricorso a contratti di lavoro con imprenditori compiacenti in modo da poter ottenere i visti di ingresso. In altri casi percorreva la via dell’asilo politico facendo passare i migranti, attraverso documenti e attestazioni falsi, per vittime di persecuzioni etniche o religiose. L’organizzazione forniva supporto logistico e finanziario ai migranti irregolari assicurando loro patrocinio verso i competenti uffici immigrazione, istruzioni sulle dichiarazioni da rendere per ottenere l’asilo politico, apparecchi telefonici e sim, contatti personali.

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