Roma, 15 apr. (LaPresse) – “Ribadendo che lo rifarei, era un modo per sancire la nostra totale estraneità ai fatti che Strasburgo con l’ultima sentenza addossa agli operatori della polizia di Stato. Era un modo per dire: lo rifarei perchè noi non abbiamo nulla da rimproverarci”. Lo ha detto ai microfoni di Fanpage.it Fabio Tortosa, il poliziotto che aveva scritto su Facebook, scatenando le polemiche: “Io sono uno degli 80 del VII NUCLEO. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte”. “Il mio post – ha aggiunto – non era assolutamente giustificativo di questo tipo di reato (la tortura, ndr). Noi non l’abbiamo compiuto. E’ in questa chiave che rientrerei. Rientrerei per non compiere i reati che non ho compiuto allora”.

“Stupidamente – ha spiegato Tortosa – non prevedevo che l’interpretazione fosse questa che ha suscitato tutto questo clamore. Col senno di poi capisco che possa essere stata male interpretata”. “Quella affermazione – ha aggiunto – è proprio a ribadire che nè io nè gli uomini del nucleo del quale facevo parte abbiamo commesso nessuna illegalità e dal punto di vista dell’esecuzione dell’operazione di ordine pubblico alla quale eravamo chiamati, l’operazione è stata senza nessuna falla. Eravamo chiamati al fermo per la successiva identificazione da parte di altri enti di tutti gli occupanti della scuola in quella notte. Dal nostro punto di vista lo rifaremmo perchè il nostro operato è stato assolutamente nel pieno rispetto della legalità”.

“Siamo entrati nella scuola – ha concluso – con l’ordine di procedere al fermo di tutti quanti e radunarli all’interno della palestra e ho visto delle resistenze molto attive da parte degli occupanti al nostro entrare all’interno del portone che sono state subito sedate dal nostro intervento, che ribadisco è stato nell’ambito della legittimità dei nostri mezzi di coercizione. Noi possiamo rispondere del nostro operato di sei minuti mentre quelli che abbiamo portato in quella palestra sono rimasti insieme ad altri appartenenti alle forze dell’ordine per forse dieci volte il tempo in cui siamo stati noi. Noi siamo usciti perchè ci hanno detto di radunarci all’esterno”.

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