Milano, 9 apr. (LaPresse) – Spari al Palazzo di Giustizia di Milano intorno alle 11 di stamattina: il responsabile è stato fermato a Vimercate circa un’ora e mezza dopo la sparatoria e il bilancio è di tre morti. Il killer, Claudio Giardiello, è uno degli imputati del processo Magenta Immobiliare e la sparatoria si è svolta nell’aula in cui era in corso un’udienza per Magenta ma si sarebbe svolta dopo quella per Eutelia. Giardiello ha aperto il fuoco dopo che gli è stato rimesso il mandato dal suo avvocato.
LE VITTIME. I tre morti sono Fernando Ciampi, ex giudice del tribunale fallimentare; l’ex avvocato di Giardiello, Lorenzo Alberto Claris Appiani; Giorgio Erba, che era un testimone al processo ed è morto al Policlinico. Il nipote di Erba, Davide Limongelli, anche lui testimone al processo, è stato trasportato in gravissime condizioni al Policlinico.
LA DINAMICA DELLA SPARATORIA E LA FUGA DEL KILLER. “Il giudice Ciampi è stato raggiunto nel suo ufficio dopo la sparatoria nell’aula della seconda sezione penale – ha spiegato il procuratore Edmondo Bruti Liberat -, un’altra persona è stata ricoverata al Niguarda ma non è in pericolo di vita”. Claudio Giardiello, dopo che il suo difensore aveva rimesso il mandato, ha estratto la pistola, una Beretta calibro 7.65, e ha sparato nell’aula della seconda sezione penale dove si stava celebrando l’udienza per il caso dell’Immobiliare Magenta, nel quel era imputato, colpendo i coimputati Giorgio Erba, morto in ospedale, e Davide Limongelli, che non è in pericolo di vita ed è stato operato all’ospedale Niguarda. Giardiello ha rivolto l’arma contro il suo ex avvocato Lorenzo Claris Appiani, che poco dopo avrebbe testimoniato contro di lui nel processo per bancarotta fraudolenta e lo ha ucciso con un colpo al cuore. Giardiello è uscito dall’aula e scendendo verso il secondo piano, dove si trova la stanza 250 dove lavorarava il giudice Ferdinando Ciampi, ha incontrato sulle scale il commercialista Stefano Verna, che era stato consulente nel corso delle indagini, e lo ha ferito alla gamba. Il commercialista è stato ricoverato in codice giallo alla clinica Santa Rita. “Il collega in quel momento era davanti al computer. Aveva appena chiamato una collaboratrice per un guasto al computer – ha aggiunto Bruti Liberati -. Giardiello è entrato e ha esploso due colpi. Un colpo ha attinto Ciampi alla scapola e gli ha trapassato il collo, l’altro lo ha raggiunto in zona inguinale. E’ stata una morte immediata”.
IL KILLER PRESO A VIMERCATE, VOLEVA UCCIDERE ANCORA PER VENIDARE FALLIMENTO AZIENDA. Dopo le aggressioni, durante le quali Giardiello ha esploso 13 colpi, è probabilmente fuggito dall’ingresso di via Manara, si è allontanato a bordo del suo scooter Suzuky. “Le ricerche si sono prontamente attivate – ha spiegato il procuratore di Brescia Tommaso Buonanno, che si occuperà delle indagini – e hanno portato all’arresto di Giardiello a Vimercate. Quando i carabinieri lo hanno bloccato, ha manifestato l’intendimento di voler compiere un ulteriore gesto omicidiario. Ha agito con fredda determinazione”. Ai carabinieri, ha raccontato il generale Maurizio Stefanizzi, “ha detto che stava andando a cercare un’altra persona, che riteneva responsabile del fallimento della sua azienda, per ucciderla” e dopo essere stato portato in caserma a Vimercate “ha avuto un malore ed è stato trasferito in ospedale”.
ORLANDO PRONTO A RIFERIRE RAPIDAMENTE. Il ministro Orlando ” è disponibile ad informare il Parlamento in termini rapidissimi”, ha detto il viceministro della Giustizia Enrico Costa intervenendo nell’Aula della Camera. “Ribadisco la vicinanza forte del Governo agli operatori del diritto e della giustizia”, ha aggiunto.
I PRIMI COMMENTI. L’Associazione nazionale magistrati (Anm), subito dopo la sparatoria, ha pubblicato su Twitter un primo commento esprimendo “profondo sgomento e dolore” per “i tragici fatti al tribunale di Milano”. Anche il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, si è espresso sull’accaduto: “Dovrebbe essere difficile, impossibile” entrare in un tribunale con una pistola, “so che è morto un collega, è una cosa che mi sconvolge. So che ci sono anche dei feriti, ma non conosco i fatti”, ha dichiarato intercettato dai cronisti fuori da palazzo Chigi. Il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, rientrato immediatamente a Roma, ha commentato invece come segue: “Sgomento per i gravissimi fatti di Milano e profondo cordoglio ai familiari del giudice ucciso, dott. Fernando Ciampi, e a quelli delle altre tre vittime di questo folle gesto da parte mia e di tutto il Consiglio”. “Sono in contatto con il presidente della Repubblica, con i Capi degli Uffici Giudiziari di Milano e con i Consiglieri con i quali tra poco ci riuniremo per decidere sulle iniziative che l’Organo di governo autonomo della magistratura intraprenderà fin dalle prossime ore in segno di solidarietà alla magistratura milanese ed italiana e per porre con forza l’esigenza di maggiore sicurezza degli uffici giudiziari e di tutti gli operatori del sistema giustizia”, ha aggiunto Legnini.
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