Roma, 19 feb. (LaPresse) – Nel settore dell’assistenza socio-sanitaria, dal 2012 al 2013 in Europa vi è stato un forte declino della spesa sanitaria procapite, soprattutto in Grecia (-11,1%) e in Irlanda (-6,6%). In Italia la riduzione è stata pari allo 0,4%. Lo rende noto la Caritas Europa nel Terzo rapporto di monitoraggio dell’impatto della crisi economica in sette paesi deboli dell’Unione Europea (Italia, Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Romania, Cipro).

Aumenta il numero di cittadini europei che rinunciano a cure mediche essenziali, spiega la Caritas, a causa della necessità di partecipare economicamente alla spesa (22,8% in media nei sette paesi caso-studio). Tale fenomeno si riflette nella domanda sociale che giunge alle Caritas: nel corso del 2013, in Italia, il 10,5% degli utenti dei Centri di Ascolto ha richiesto una prestazione assistenziale di tipo sanitario, altrimenti erogabile dal servizio pubblico (+6 punti percentuali rispetto all’anno precedente)

Altre conseguenze sono misurabili nel settore delle politiche educative/formative: nonostante le evidenze scientifiche dimostrino il forte legame tra povertà e basso livello di educazione, in numerosi paesi dell’Unione sono stati effettuati dei tagli alle spese scolastiche e parascolastiche (sussidi per i libri scolastici, costo delle refezioni scolastiche, sostegno agli allievi con bisogni educativi speciali, ecc.). Questo tipo di tagli ha portato in alcuni casi alla riduzione della frequenza e ad un aumento della dispersione scolastica (si stima che in Romania, a causa dei forti tagli al budget scolastico e ai sussidi per l’istruzione, la popolazione scolastica sia diminuita del 9,4%, dal 2010 al 2014).

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