Genova, 24 ott. (LaPresse) – Buona notizia per il tonno rosso: la grande specie presente nell’Atlantico e nel Mediterraneo, secondo l’ultima valutazione del Comitato Scientifico (SCRS) dell’ICCAT-Commissione Internazionale per la Conservazione dei Tunnidi Atlantici nel settembre 2014, si trova finalmente in una situazione favorevole. Si tratta di una specie che l’uomo utilizza da almeno 27 secoli e che è stata oggetto della prima attività industriale della stessa storia dell’uomo e del mare, le tonnare. Sul finire degli anni ’90, a fronte di una enorme capacità di pesca delle moderne flotte di tanti Paesi, il tonno ha avuto un problema di sovrapesca e l’ICCAT, cioè l’organismo sovranazionale che ha la gestione ed il controllo dei grandi pesci pelagici nell’Atlantico e nel Mediterraneo, ha dichiarato il tonno ‘sovrasfruttato’. Lo spiega la Fondazione Acquario di Genova Onlus, specificando che “occorre chiarire che, malgrado ripetute notizie pubblicate, il tonno fortunatamente non è mai stato una specie minacciata di estinzione, come ha definitivamente chiarito da anni un rapporto del Comitato Tecnico, Scientifico ed Economico della Pesca (STECF) della Commissione Europea. Tra essere sovrasfruttati o minacciati di estinzione la differenza è notevole. Il primo è un problema di gestione della risorsa, il secondo è un problema di conservazione della specie”.

Questi problemi, comunque, hanno fatto in modo che tutti gli Stati che aderiscono all’ICCAT adottassero misure di gestione strettissime e molto serie, per vari anni, a partire dal 1998. La capacità di pesca delle flotte è stata considerevolmente ridotta, la pesca illegale è stata marginalizzata, si sono adottati periodi di pesca brevissimi, la taglia minima è stata rispettata, si sono adottate misure di controllo e d’ispezione molto rigide, con la presenza di osservatori internazionali a bordo. Per la prima volta si sono adottate certificazioni individuali delle catture, con una buona tracciabilità del tonno dal mare al consumo. I sacrifici da parte dei pescatori e delle comunità interessate sono stati rilevanti ma necessari.In pochi anni, il tonno rosso è stato in grado di ricostituire i propri banchi.

Questa specie, aiutata dalle ferree misure di gestione ed anche da una serie di ottime stagioni primaverili-estive che hanno favorito una riproduzione prolungata a partire dal 2003, ha progressivamente recuperato le forze. Contemporaneamente, si è sviluppata un’intensa attività di ricerca scientifica su larga scala, condotta nell’ambito del programma ICCAT GBYP, probabilmente la più complessa e vasta ricerca su una singola specie marina mai condotta sinora, con l’applicazione delle tecniche e tecnologie più avanzate e sofisticate e con il coinvolgimento di centinaia di ricercatori di 22 Paesi. La situazione favorevole riportata dall’ultima valutazione dell’ICCAT a settembre scorso, si è cominciata a notare a partire dal 2006, e l’ipotesi più pessimistica del modello matematico di valutazione dice che la biomassa attuale dei riproduttori di tonno è notevolmente più elevata della biomassa storica dei riproduttori utilizzata come riferimento. Si tratta di una storia di successo di gestione di una risorsa ittica a grande distribuzione, una delle più difficili da gestire proprio per la sua enorme distribuzione geografica.

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