Roma, 14 lug. (LaPresse) – Lo studio dell’ambiente marino di alta profondità e il monitoraggio vulcanico e sismico: sono queste le attività di ricerca sulle quali l’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) hanno deciso di rafforzare il loro rapporto. I due enti, la cui collaborazione è sancita fin dal 2001 da una Convenzione Quadro, hanno individuato gli obiettivi su cui incentrare e ulteriormente sviluppare la collaborazione nei prossimi anni. Il primo obiettivo è intensificare la collaborazione, già avviata dal 1996, nelle ricerche in ambiente marino particolarmente profondo attraverso due infrastrutture di ricerca europee: KM3NeT (A multi-Km3 sized Neutrino Telescope, www.km3net.org) ed EMSO (European Multidisciplinary Seafloor and water-column Observatory, www.emso.eu.org).

KM3NeT, che conta sul contributo dell’Infn con i suoi Laboratori Nazionali del Sud, è dedicato allo studio dei neutrini cosmici ad altissima energia e prevede l’installazione, a 3500 m di profondità nel mare al largo della Sicilia, di una serie di torri dotate di rivelatori, che formeranno complessivamente un telescopio del volume di un chilometro cubo. EMSO, che vede l’Italia con l’Ingv come coordinatore a livello europeo, rappresenta la rete permanente sottomarina nei mari circondanti l’Europa dall’Artico al Mar Nero, passando per il Mediterraneo. All’interno di queste attività i due enti hanno sviluppato, al largo della Sicilia, due infrastrutture cablate per il monitoraggio multiparametrico in ambiente marino profondo, uniche nel loro genere nel bacino del Mediterraneo e fra le poche al mondo: KM3NeT-Italia, con le sue torri, e NEMO-SN1, nodo operativo di EMSO, osservatorio sottomarino multidisciplinare per il monitoraggio sismico, oceanografico e acustico.

Il secondo obiettivo, attraverso il progetto Premiale MURAVES, finanziato dal ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca (Miur), prevede l’allestimento di due dispositivi alle pendici del Vesuvio per misurare il flusso di muoni (particelle di origine cosmica). I ricercatori Ingv e Infn faranno così una “radiografia” al vulcano per produrre una mappa di densità in 2D e in 3D ad alta risoluzione della sua struttura sommitale e per tenerlo sotto monitoraggio continuo. Il terzo obiettivo, per lo sviluppo congiunto di studi sismologici avanzati, G-GranSasso, prevede l’installazione, unica al mondo, di un sofisticato interferometro laser nelle viscere della Terra, chiamato GINGERino, alla profondità di 1400 metri, all’interno dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Infn, in grado di analizzare la frequenza e l’ampiezza delle onde sismiche. G-GranSasso ha come scopo ultimo lo sviluppo di tre sensori opportunamente orientati, che permetteranno non solo studi sismologici avanzati, ma anche test di Relatività Generale e misure della velocità angolare terrestre.

“La partecipazione a progetti, finanziati in ambito europeo, nazionale e regionale, ha permesso la realizzazione di infrastrutture marine per il monitoraggio sismico, vulcanico, oceanografico e acustico uniche al mondo che pongono l’Italia e i due enti all’avanguardia”, dichiara il presidente dell’Ingv, Stefano Gresta. “Questi terreni di collaborazione tra Infn e Ingv speriamo siano l’inizio di una collaborazione sempre più estesa e profonda”, conclude Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. .

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