Roma, 25 nov. (LaPresse) – Sono 9 le donne uccise nel Lazio nei primi sei mesi del 2013, il numero più alto degli ultimi tre anni. Nell’intero 2012 infatti era stato sempre pari a 9 il numero delle vittime, 10 nel 2011 e 11 nel 2010. Questi alcuni dei dati sul femminicidio raccolti e analizzati dalla Uil di Roma e del Lazio in collaborazione con l’Eures (Servizi europei per l’impiego). Il forte incremento del 2013, che da gennaio a giugno ha già eguagliato i numeri del 2012, proiettato su base annua darebbe un totale di 18 vittime, ovvero un numero superiore alla media degli ultimi dieci anni, pari a 16 vittime l’anno. Dal rapporto emerge che dal 2003 al 2012 nel Lazio sono state uccise 126 donne, di cui 60 negli ultimi quattro anni.

Di queste il 70,6% era residente a Roma e provincia. Sempre nella provincia capitolina sono avvenuti tutti i 9 femminicidi dello scorso anno (di cui 6 nella capitale). Il 71,7% dei femminicidi della regione tra il 2008 e il 2012 è avvenuto tra le mura domestiche, ad opera di mariti, conviventi o ex coniugi e/o compagni. Il 65,5% del totale delle vittime era di nazionalità italiana, il 33,6% straniere residenti sul nostro territorio. Dato quest’ultimo perfettamente in linea con quello nazionale: l’84% delle vittime era di nazionalità italiana.

E il 95,5% di queste è stato ucciso da connazionali, “soltanto” il 4,5% da stranieri. E’ soprattutto la fascia 25-44 anni quella più colpita, anche se particolarmente elevata risulta anche la fascia over 65. Lo studio evidenzia che nell’ambito di tutti gli omicidi volontari compiuti nel Lazio tra il 2008 e il 2012, quelli in famiglia rappresentano la percentuale più alta, il 31,8 del totale, seguiti subito dopo dalla criminalità comune (30,5%).

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