Roma, 19 nov. (LaPresse)- “Bisogna intervenire subito e concretamente. La terribile tragedia avvenuta in Sardegna deve costringerci ad intervenire ora per mettere in sicurezza il Paese, quei 5 milioni di cittadini che vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico e quei 6.633 Comuni che hanno all’interno del territorio aree ad elevato rischio di frana o alluvione”. E’ l’allarme lanciato da Legambiente.
“A cominciare dai fondi stanziati per la prevenzione dei danni causati dal dissesto idrogeologico – spiega il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – che debbono essere adeguati alla realizzazione dell`unica grande opera veramente necessaria per il Paese, e non possono essere limitati, per il 2014, a quei 30 milioni previsti dalla Legge di stabilità in discussione al Senato. Così come bisogna rivedere le politiche dei tagli che hanno indebolito gravemente un sistema di protezione civile regionale che fino ad oggi si era dimostrato efficiente e adeguato per rispondere alle emergenze”.
In dieci anni l’area dei territori coinvolti da frane e alluvioni è raddoppiata, passando da 4 regioni coinvolte annualmente alla media attuale di 8. Così come sono aumentate in modo esponenziale le concentrazioni di piogge cadute al suolo. “Eppure – aggiunge l’associazione ambientalista – si continua ad ignorare la necessità di attuare una seria politica di mitigazione del rischio da frane e alluvioni: negli ultimi dieci anni infatti abbiamo speso per la prevenzione solo 2 miliardi di euro. Cifra identica a quella spesa solo per far fronte alle emergenze principali causate dal dissesto idrogeologico negli ultimi tre anni”.
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