Milano, 26 gen. (LaPresse) – “L’Italia ha il triste primato in Europa del maggior numero di declaratorie di estinzione del reato per prescrizione (circa 130.000 quest’ultimo anno) e paradossalmente del più alto numero di condanne della Corte europea dei Diritti dell’uomo per la irragionevole durata dei processi”. Lo ha sottolineato il presidente della Corte di Appello di Milano Giovanni Canzio in un passaggio della sua relazione per l’apertura dell’Anno giudiziario. Canzio ha sottolineato anche che “la densità della popolazione carceraria supera ogni livello di tollerabilità e lede in modo grave e non più giustificabile la dignità delle persone ristrette”. Una situazione che mette “in dubbio la legittimità, nelle condizioni date, delle modalità di esercizio del diritto punitivo dello Stato”.
OBBLIGATORIETA’ PENALE “TEMPERATA”. Per affrontare il problema dei tempi troppo lunghi Canzio ha proposto di introdurre nei casi di “scarsa rilevanza del fatto” contestato e di “tenue offensività della condotta”, “talune forme di obbligatorietà temperata dell’azione penale”. Proposta sulla quale non si è detto d’accordo il procuratore generale di Milano Manlio Minale, per il quale “l’obbligatorietà dell’azione penale non consente aggettivazioni. L’esercizio dell’azione penale è obbligatoria”. “La ragionevole durata del processo – ha aggiunto – non deve diventare un criterio dell’aziendalismo giudiziario. Ciò che importa – ha precisato – è la finalità del processo, la ragionevole durata viene dopo”.
ELIMINARE UN GRADO DI GIUDIZIO. Un’altra ipotesi sul tavolo è quella di eliminare un grado di giudizio, avanzata ieri alla cerimonia dell’anno giudiziario in Cassazione, dal vicepresidente del Csm Michele Vietti. “Non sarei così drastica”, ha detto il ministro della Giustizia, Paola Severino, a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Torino. “Direi – ha aggiunto – che occorre ridurre la percorribilità di gradi di giudizio quando le impugnazioni sono palesemente dilatorie. Credo che creerebbe già un risparmio di tempo e di energie tali da consentire di coniugare una garanzia fondamentale per il cittadino, soprattutto in materia penale, con la necessità di essere più efficienti”. Contrario anche Minale, per il quale non si può eliminare il processo d’appello anche se questo consentirebbe di abbreviare i tempi del giudizio.
MAGISTRATI IN POLITICA. Ma a tenere banco nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario sono stati anche i temi del rapporto tra politica e magistratura. Con la politica “bisogna superare la tensione e un clima di contrapposizione che non fa bene alle riforme”, ha detto il presidente della Anm, Rodolfo Sabelli, ricordando che “bisogna puntare soprattutto all’efficienza del sistema giustizia”. Il presidente della Anm in un passaggio del suo intervento alla cerimonia, facendo un implicito riferimento agli attacchi che Silvio Berlusconi ha mosso alle “giudichesse” che si sono occupate della sua seperazione dalla moglie, ha anche sottolineato l’importanza delle donne in magitratura, il cui numero ha raggiunto quello dei colleghi uomini. Sabelli ha anche ricordato il drammatico sovraffollamento delle carceri ma per l’alto magistrato la risposta al problema non è da trovare nel principio dell’obbligatorietà dell’azione penale che a suo avviso “non va riformato”.
“Nella competizione elettorale sono scesi o saliti alcuni magistrati. Non discuto della legittimità di questa scelta. Ma non mi pare che l’immagine dell’ordine giudiziario ne abbia tratto e ne tragga grosso giovamento”, ha detto invece il procuratore generale di Torino, Marcello Maddalena. “Forse anche – ha aggiunto – per una accresciuta sensibilità maturata in proposito in relazione alla sempre crescente conflittualità presente nella nostra società. Sarebbe auspicabile che anche il nuovo legislatore ne tenesse conto, non per eliminare per i magistrati un diritto che è costituzionalmente garantito a tutti i cittadini, ma per disciplinarne l’attuazione con modalità che salvaguardino quella esigenza di immagine di imparzialità che, a mio avviso, la magistratura deve cercare di custodire gelosamente, perché rappresenta il bene più prezioso per la stessa credibilità dell’esercizio della funzione giurisdizionale”.
“Non esiste nessuna polemica” sui candidati magistrati, ha commentato la Severino. “La stessa magistratura propone comunque – ha aggiunto – una normativa in questo settore che in qualche modo funzioni da cuscinetto tra il momento dell’entrata e il momento dell’uscita. Non credo che in questo così breve scorcio il governo riesca a provvedere ma credo che questo sia uno dei progetti fortemente condivisi su cui potranno lavorare il prossimo parlamento e il prossimo governo”.
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