Gevova, 31 dic. (LaPresse) – Andrea Calevo è stato liberato stamane a Sarzana, nello spezzino. L’imprenditore era stato sequestrato il 16 dicembre scorso a Lerici, un paese della stessa provincia.
TENUTO IN CATENE IN UNO SCANTINATO. Quando è stato liberato, si trovava da solo, in catene, nel sotterraneo della villetta dove era tenuto prigioniero, in via del Corso 21. Nel locale c’era una brandina. Si accedeva attraverso una porta mimetizzata da alcuni mobili, che vi erano stati messi davanti. Quando ha sentito i rumori delle forze di polizia che stavano entrando per liberarlo, ha cominciato a battere i piedi sul pavimento per fare rumore e farsi sentire. Nel complesso, fanno sapere sempre gli inquirenti, è stato trattato bene.
TRE FERMATI. Tre persone sono state fermate per il suo rapimento. L’ideatore del sequestro si chiama Pier Luigi Destri. Suo nipote, fermato con lui come complice, si chiama Davide Bandoni e ha 22 anni. Il terzo componente della banda è un albanese. Pier Luigi Destri, muratore, ha già dei trascorsi penali per droga.
RICHIESTO RISCATTO DI 8 MILIONI. Per la liberazione di Calevo i tre avevano chiesto 8 milioni di euro di riscatto. Insieme alla richiesta era arrivata anche una lettera di Caleva ai familiari, la cui autenticità era stata confermata dalla famiglia. La lettera era stata recapitata il 21 dicembre. Nessun riscatto, comunque, hanno precisato gli inquirenti, è stato pagato.
INTERCETTAZIONI TELEFONICHE. L’operazione che ha portato alla sua liberazione, scattata poco dopo le 12.30, è stata condotta congiuntamente da polizia, carabinieri e coordinata dalla procura distrettutale antimafia di Genova. I sequestratori, spiegano gli inquirenti, sono stati individuati grazie alle intercettazioni telefoniche. Partendo da un database di sei milioni di chiamate, gli inquirenti hanno cercato di individuare qualcuno della zona che fosse noto alle forze di polizia. Sono così risaliti fino all’ideatore del sequestro, il 70enne. A quel punto sono scattate le intercettazioni telefoniche vere e proprie. Tra queste, e le intercettazioni ambientali, ne sono state utilizate oltre un centinaio, per tenere sotto controllo tutti i soggetti che potevano essere coinvolti.
FORSE ALTRI COMPLICI. L’indagine, comunque, sottolineano gli inquirenti, prosegue: non si esclude che siano coinvolti anche altri complici.
CALEVO: “AL MATTINO FACEVO LE FLESSIONI”. “Non so niente perché non vedevo televisioni né giornali”, sono state le prime parole di Calevo, ai microfoni delle tv. L’imprenditore ha detto di aver scritto anche una missiva ai familiari, che però non era stata inviata. “Mi hanno portato – ha raccontato – in questo posto. Non avevo l’orologio, non sapevo se era giorno o se era notte, pensavo che oggi fosse già il primo di gennaio. Pensavo di essere molto isolato. Se non ho sentito neanche i fuochi d’artificio, pensavo, dove cavolo mi hanno portato. Al mattino mi svegliavo e facevo qualche flessione”.
CANCELLIERI: “GRANDE SODDISFAZIONE”. “E’ una grande soddisfazione – ha commentato il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri – la liberazione di Andrea Calevo, portata a termine a conclusione di una operazione complessa e congiunta tra polizia e carabinieri che testimonia ancora una volta la grande capacità e professionalità delle nostre forze dell’ordine e come la loro sinergia risulti vincente. In questo momento un augurio speciale di buon anno desidero rivolgerlo ad Andrea Calevo ed alla sua famiglia”.
MONTI TELEFONA A VERTICI POLIZIA E CARABINIERI. Anche il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, nel corso di una telefonata ha espresso i propri complimenti alla polizia ed ai carabinieri per la positiva conclusione del rapimento.
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