Palermo, 3 dic. (LaPresse) – Un ristoratore di Palermo, che ha il suo locale in un nota zona centrale della città, ha presentato per gli anni 2009 e 2010 dichiarazioni fiscali con un reddito pari ad 1 euro ma in realtà la guardia di finanza ha scoperto un’evasione fiscale pari a un milione di euro. Il commerciante rilasciava ai clienti, apparentemente in maniera regolare, scontrini e ricevute fiscali che, però, avevano una particolarità: quella di non transitare in contabilità e quindi nella dichiarazione dei redditi ma aventi il solo scopo di far risultare una formale situazione di regolarità fiscale ed evitare che qualche cliente, magari, segnalasse alla guardia di finanza il mancato rilascio della ricevuta.

All’atto dell’accesso effettuato presso il locale, ai primi di febbraio scorso, per iniziare una verifica fiscale approfondita, i finanzieri di Palermo hanno acquisito numerose ricevute fiscali e tutti gli scontrini di chiusura giornaliera, scoprendo, oltre alla presenza di un lavoratore completamente in nero, che solo una parte di questa documentazione era poi confluita nei registri contabili del ristoratore. Il risultato quantificato al termine dell’ispezione ha fatto emergere che il ristoratore, dal 2009 al 2011, ha nascosto all’erario oltre 1 milione di euro di ricavi e non versato imposte (Iva, Irap e Irpef) per quasi 200mila euro.

Al locale i finanzieri di Palermo sono risaliti grazie all’analisi di rischio effettuata sistematicamente mediante il monitoraggio degli elementi informativi risultanti dall’anagrafe tributaria sul conto delle oltre 90.000 partite Iva della provincia; esaminando i dati, le fiamme gialle hanno riscontrato che il reddito indicato nella dichiarazione presentata dal titolare era inverosimile: appena 1 euro, appunto.

Probabilmente il ristoratore pensava che, presentando comunque la dichiarazione, sarebbe stato più difficile per il fisco individuarlo come potenziale evasore mediante le banche dati. L’imprenditore, di 40 anni, è stato segnalato alla procura della Repubblica di Palermo per il reato di dichiarazione infedele, con conseguente applicabilità del cosiddetto sequestro preventivo per equivalente dei beni intestati o comunque riconducibili al responsabile fino a concorrenza dell’imposta evasa al fine di garantire il credito vantato dallo Stato. Gli sono perciò state confiscate 2 autovetture e una moto a lui intestate, tra le quali una Porsche Cayenne Turbo.

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