Vicenza, 10 nov. (LaPresse) – La guardia di finanza di Bassano del Grappa in provincia di Vicenza ha portato a termine un’operazione sul territorio delle Regioni Veneto, Emilia Romagna e Puglia, che ha messo fine ad un sodalizio criminale che aveva dato vita a un articolato sistema di frode fiscale per circa 20 milioni di euro, mediante emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti nel campo delle sponsorizzazioni sportive. Sette le persone denunciate, residenti nelle province di Vicenza, Venezia e Reggio Emilia, 48 i soggetti economici coinvolti nella frode fiscale, tra cui 5 aziende cartiere, 2 associazioni sportive e 41 soggetti economici, sulla cui posizione sono ancora in corso approfondimenti investigativi.

Sono state eseguite nelle province di Vicenza, Venezia, Reggio Emilia e Foggia 15 perquisizioni nei confronti di persone fisiche e di aziende coinvolte a vario titolo nella frode. L’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro di beni mobili e immobili fino alla concorrenza di circa 700.000 euro. I militari della compagnia di Bassano hanno eseguito, tra l’altro, il sequestro di un appartamento in una zona residenziale di Vicenza, del valore di circa 500.000 euro. Le indagini sono state avviate dalla guardia di finanza di Bassano attraverso una attività info-investigativa che ha consentito di accertare che alcune associazioni sportive, sia del volley che dell’hockey, e società delle province di Vicenza, Venezia e Reggio Emilia si sono rese responsabili dell’attività fraudolenta riferita all’emissione e annotazione di fatture per operazioni inesistenti, o con importi gonfiati, nei confronti dei clienti sponsor, operanti in variegati settori commerciali, resa possibile anche attraverso l’interposizione fittizia di alcune società cartiere.

Tra le persone indagate, emerge la figura di un vicentino, B.M. di 50 anni che, avvalendosi di più società di comodo prive di strutture operative (le due maggiori localizzate a Verona e Reggio Emilia) che si interponevano tra le associazioni sportive e le imprese clienti, si era dedicato in modo professionale all’attività di procacciamento di sponsor, emettendo fatture gonfiate. Questo meccanismo, oltre a permettere il finanziamento dell’associazione sportiva, che tratteneva solo una quota parte della somma ricevuta per la sponsorizzazione, veniva posto in essere con lo scopo di permettere all’utilizzatore delle fatture false la deduzione di costi fittizi, la detrazione dell’iva ad essi correlata e, soprattutto, di crearsi un’ingente riserva di denaro extracontabile.

Fondamentale, per la ricostruzione dei ruoli e delle responsabilità delle persone sottoposte alle indagini, è stata l’esecuzione di sopralluoghi e controlli incrociati, interrogatori ed escussione in atti di svariate persone che hanno permesso alle Fiamme Gialle di monitorare costantemente, per circa un anno, ogni movimentazione economica e fisica dei soggetti implicati. Prezioso è stato, inoltre, il lavoro di ricostruzione dei flussi finanziari, che gli indagati, per dare una parvenza di legalità alle operazioni illecite, movimentava su conti correnti intestati alle società cartiere, i cui amministratori/prestanomi provvedevano successivamente a monetizzare, trattenendo una percentuale variabile e restituendo il restante ammontare in contanti ai titolari delle aziende clienti, i quali potevano così costituirsi “fondi neri” extrabilancio.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata