Milano, 11 set. (LaPresse) – “La scelta delle persone da sottoporre ad estorsione nel territorio lombardo ricadeva quasi sempre su imprenditori di origine calabrese in quanto maggiormente inclini per mentalità a sottostare alle richieste estorsive senza coinvolgere le forze dell’ordine”. A rivelarlo ai pm della Dda di Milano che hanno coordinato l’inchiesta Ulisse sulla ‘ndrangheta in Lombardia è stato Antonio Belnome, collaboratore di giustizia arrestato nel 2010, il cui contributo è stato essenziale per le indagini. Lo si legge in un passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare con cui il gip Andrea Ghinetti ha disposto l’arresto di 37 persone legate alle cosche che operano nel Milanese.

“Non solo – prosegue il pentito – le vittime, di solito e per risalente consuetudine, si rivolgono ad esponenti della criminalità organizzata del paese d’origine perché svolgano un ruolo di mediazione (e non gratis, ovviamente)”. Tra gli episodi riportati nelle 320 pagine dell’ordinanza viene descritta l’aggressione subita dal titolare del circolo Casino Royale di Seregno, Roberto Gioffrè. Il commerciante è stato minacciato con un coltello e preso a calci e pugni in faccia da tutti i commensali durante “un incontro chiarificatore” al ristorante Chapeau di Seregno. Tra i presenti c’era anche cui il presunto boss del paese Rocco Cristello, divenuto poi secondo i pm “capo locale di Giussano”.

All’incontro partecipa anche il fratello di Gioffrè, Francesco. A Gioffrè vengono estorti 50mila euro a cui si aggiungono altri 20mila “per il disturbo”, in tutto 70mila euro. L’imprenditore “viene poi costretto a bere grappa con loro e con il fratello (in segno di accordo raggiunto) e a ringraziare il fratello – rivela ancora il pentito – in quanto in caso contrario lo avrebbero mandato in ospedale o sarebbero venuti direttamente a casa sua dove aveva moglie e bimbi”. Non solo. Gioffrè, intimidito, decide di trasferirsi in Spagna e al boss cede anche “il mobilio della casa, per un valore che la persona offesa ha indicato aggirarsi attorno ai 30mila euro”, scrive il gip Ghinetti che rileva come si tratti dell’unico dei quattro episodi di estorsione descritti nell’ordinanza in cui la vittima si sia decisa a denunciare.

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