Torino, 20 giu. (LaPresse) – Le differenze generazionali esistono da sempre fra genitori e figli, ma con l’attuale informatizzazione il divario si fa abisso. Adulti e adolescenti vivono in due mondi totalmente differenti, ma in una cosa rimangono affini: la paura dell’esame di maturità. Temuto eppure ricordato con nostalgia e affetto. Oggi si bara in modo diverso e i bigliettini infilati nelle maniche delle maglie dai nostri genitori sono stati sostituiti da sistemi molto più raffinati, grazie all’uso dei diffusissimi videofonini. L’esame di maturità, che inizia oggi per più di 497mila studenti italiani, rimarrà sempre fra i riti di passaggio più importanti della vita e, in quanto tale, genera ansia e grandi aspettative, e allo stesso tempo rappresenta uno dei momenti che ‘non si scordano mai’.
Oggi i maturandi affronteranno la prima prova scritta, quella di italiano, uguale per tutti. Giovedì sarà la volta della seconda prova scritta, diversa a seconda dell’indirizzo di studi (greco al classico e matematica allo scientifico) e lunedì la terza e ultima prova scritta, per arrivare finalmente all’orale, la sezione più temuta da quasi la metà degli studenti. Grande novità di quest’anno consiste nel fatto che i temi saranno inviati alle scuole telematicamente e non solo più consegnati in busta come si è sempre fatto. Nel caso in cui ci fosse qualche intoppo, in ogni caso, si è già pensato al piano B: il codice per decriptare le tracce sarà mandato in onda sul Tg1 delle 8.30 e su Televideo. Intanto impazza il toto-tracce per la prova di italiano: fra i temi più gettonati sembrano esserci la morte di Steve Jobs, i terremoti, la Primavera Araba e il terrorismo, ma anche i classicissimi Giovanni Pascoli e Gabriele D’Annunzio.
“Non temiamo nessun blocco del sito del Ministero. E’ stata prevista ogni possibilità, sono state fatte prove con le scuole, e tutto è filato liscio”. E’ quanto hanno fatto sapere dal Miur, a poche ore dall’inizio della tanto temuta prima prova scritta dell’esame di maturità. “Per evitare un boom di accessi al sito prima delle 9 – spiegano ancora dal Miur – il codice che servirà a decriptare le tracce per la prova di italiano sarà messo anche sulla Rai in televideo”. “Solo per quest’anno inoltre – spiegano ancora dal Miur – saranno in ogni caso inviate le buste con il cartaceo, qualora in qualche scuola saltasse la corrente o ci fossero incidenti affini. Poi dal prossimo anno il cartaceo sarà abolito del tutto. Abbiamo istituito inoltre un numero verde per le scuole, che in questi giorni hanno chiamato per risolvere qualunque problema”. In totale, rendono noto dal Ministero, sono 497310 i maturandi. I ragazzi saranno esaminati da 12361 commissioni, delle quali faranno parte 473366 candidati interni e 23944 candidati esterni.
Positivo il commento che arriva dal segretario generale dello Snals-Confsal (Sindacato nazionale autonomo lavoratori scuola), Marco Paolo Nigi, in merito alla tecnologizzazione dell’esame di quest’anno: “Si sa che il ministro ha puntato molto sulla comunicazione e sulle tecnologie, per cui immagino siano state prese le misure adeguate affinché la procedura vada per il meglio”.
Stessa opinione anche da perte dell’Uds (Unione degli studenti): “La tecnologia deve essere al servizio delle persone. Dal Ministero dell’Istruzione immagino che sappiano che devono alzare la capacità del loro sito per questi giorni di maturità, per evitare il blocco. Se così non sarà, se ne ricaverò un disservizio innanzi tutto per gli studenti. Se si decide di optare per la digitalizzazione, non ci si possono permettere black out in un’occasione come questa”.
Maggiore preoccupazione invece viene mostrata dalla Flc-Cgil: “Benissimo superare il cartaceo, ma siamo preoccupati che domani il sito del Ministero dell’Istruzione non ce la faccia a reggere il numero di accessi primo dell’inizio della prova di italiano”, ha detto il segretario nazionale della Flc-Cgil Gianna Fracassi, che si dice preoccupata per il futuro dei giovani italiani: “La disoccupazione giovanile, nella fascia fra i 15 e i 24 anni, è arrivata intorno al 34%. Questo dato va di pari passo con il decremento delle iscrizioni alle università, perchè sempre più famiglie sono in difficoltà economiche e non possono permettersi di far continuare i figli a studiare. Questo per noi è un forte elemento di preoccupazione”.
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