Roma, 18 giu. (LaPresse) – E’ ufficialmente iniziata l’estate torrida, con l’arrivo di Scipione, l’anticiclone dall’Africa che per 10 giorni, secondo le previsioni, lambirà la nostra penisola portando le temperature a dei massimi di 40 gradi. Ma che cosa genera l’aumento di calore percepito realmente dalla gente, che va spesso ben oltre le temperature reali? Il Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) spiega che le ondate di calore si verificano quando le temperature e l’umidità sono molto elevate per diversi giorni consecutivi, l’irraggiamento solare molto forte e i venti pressoché assenti. Un altro fattore molto importante che acuisce la gravità delle ondate di calore è la mancanza di temperature minime notturne tali da permettere al meccanismo termoregolatore del nostro organismo di riprenderci dall’affaticamento conseguente al caldo umido intenso delle ore diurne. Nel 2003, quando l’ondata di calore fu prolungata e l’impatto sulla popolazione davvero elevato, tale mancanza fu una delle cause principali dei malori e dei decessi. In questi e nei prossimi giorni, spiegano dal Cnr, ci sono tutte le condizioni per raggiungere in molte città il cosiddetto livello 2 (condizioni meteorologiche a rischio che possono avere effetti negativi sulla salute). Un’area di alta pressione di origine africana si sta spostando sul Mediterraneo, invadendo la nostra penisola e le nostre isole, con venti deboli o moderati e da ultimo, ma non meno importante, l’irraggiamento è molto forte, come d’altra parte ci aspettiamo nei giorni a cavallo del solstizio d’estate. L’attuale ondata tuttavia non sembra raggiungere la stessa gravità del 2003 in termini di durata complessiva e le temperature notturne che portano sollievo al corpo umano sembrano più clementi. “Non sempre la prima importante ondata di calore arriva con il solstizio estivo – avvertono ancora dal Cnr – Negli ultimi decenni abbiamo visto insorgere il fenomeno anche in periodi ‘non sospetti’ come fine aprile – inizio maggio, come pure estati di gran lunga più fresche. La statistica nell’ultimo trentennio è infatti cambiata, almeno in parte, ed in particolare è cambiata la distribuzione nell’arco dell’anno, con ondate di calore precoci e tardive, a settembre, e più prolungate. Uno studio effettuato dall’Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche aveva già evidenziato che nel decennio 1991-2000 il numero di giorni con ondate di calore in Italia è stato quasi pari alla somma dei giorni estremamente caldi verificatesi nel periodo 1951-1990”.
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