Roma, 10 giu. (LaPresse) – L’Italia sta ruotando. A mettere in guardia sul fenomeno che riguarda lo Stivale e che durerà anni sono gli studiosi dell’Invg, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, come riferisce il quotidiano ‘La Stampa’ in un dossier dedicato agli studi sul sisma che ha colpito il Paese, con uno sciame di scosse che continua dal 20 maggio in Emilia, mettendo in ginocchio le popolazioni, e in Lombardia e con altri eventi sismici, di diversa entità, nel Nord-Est, e in altre zone della penisola, dalle Alpi alla Calabria.
“Secondo l’Invg – riferisce il quotidiano – i terremoti in Emilia e nelle Prealpi Venete sono diversi, ma hanno la stessa antica origine”. “Rispondono alla stessa dinamica generale”, spiegano gli esperti. “La dinamica generale – proseguono – riguarda il movimento della placca Adriatica, che costituisce la punta più settentrionale della placca africana, allungata come una sorta di lingua che comprende la costa orientale dell’Italia e l’Adriatico. In questo movimento generale la placca africana spinge verso nord, contro la placca eurasiatica, e in questo movimento la placca adriatica scende sotto le Alpi”.
“E’ l’Italia che si riorganizza, o meglio sono i pezzi di crosta terrestre sotto i nostri piedi che ora cercano di trovare un nuovo equilibrio seppur temporaneo”, spiega Giovanni Gregori, geofisico del Cnr. Per gli scienziati è “impossibile fare previsioni ma non possiamo escludere scosse ancora più forti”. “Il continente nero pressa e lo stretto di Messina fa un’azione di perno”, proseguono gli studiosi. “La parte orientale della struttura sismica padana, quella sotto i piedi di Ferrara, fino a oggi è stata relativamente tranquilla. Il timore degli scienziati – riferisce il quotidiano – è che così come hanno fatto quella centrale e occidentale arrivi a un punto di rottura provocando un terremoto di intensità simile a quello del 20 o del 29 maggio scorso”.
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