Milano, 29 mag. (LaPresse) – L’ex presidente di Bpm Massimo Ponzellini e il suo ex collaboratore Antonio Cannalire sono stati posti agli arresti domiciliari dai militari della guardia di finanza di Milano per un finanzianziamento erogato alla società Atlantis di Francesco Corallo. Di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la stessa vicenda è stata notificata anche a Corallo, che al momento risulta irreperibile perché all’estero. Le accuse per tutti e tre sono infedeltà patrimoniale e associazione a delinquere finalizzata a commettere diversi reati, tra cui corruzione, corruzione privata, appropriazione indebita, violazione del divieto degli esponenti bancari di contrarre obbligazioni, emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio.
A disporre le tre misure di custodia cautelare è stato il gip del tribunale di Milano, Cristina di Censo sulla base delle indagini svolte dai pm Roberto Pellicano e Mauro Clerici su Bpm e sulla gestine del credito da parte dell’istituto. Secondo l’accusa la banca avrebbe erogato finanziamenti ingenti sulla base di valutazioni falsificate, in favore di diverse società, i cui amministratori avrebbero corrisposto e promesso somme di denaro, quantificabili in circa 5,7 milioni di euro, al fine di ricevere favori nei procedimenti di concessione e mantenimento del credito bancario.
Bpm: Noi parte offesa La Banca Popolare di Milano si è “tempestivamente attivata fornendo la massima collaborazione all’autorità giudiziaria al fine del corretto accertamento dei fatti”, rispetto ai quali il gruppo “è parte offesa”. E’ quanto si legge in una nota diffusa da Bpm, anche su sollecitazione della Consob, con riferimento alle notizie relative all’arresto dell’ex presidente Massimo Ponzellini per la vicenda riguardante il finanziamento B-Plus. “Allo stato – prosegue il comunicato di Bpm – e secondo le informazioni disponibili, si ritiene che detta vicenda non abbia ripercussioni economiche sulla banca”.

