Roma, 19 mag. (LaPresse) – Monsignor Piero Vergari, ex rettore della Basilica di Sant’Apollinare dove è sepolto Enrico De Pedis, boss della banda della Magliana, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Roma per concorso nel sequestro di Emanuela Orlandi. La notizia arriva a pochi giorni dalla riapertura del sarcofago di De Pedis dentro il quale, secondo le prime analisi, ci sarebbero solo i resti del boss e non quelli di Emanuela Orlandi, come si ipotizzava. La 15enne cittadina vaticana scomparve nel 1983 e fino al 2005 nessuno aveva mai pensato che ci fosse un legame fra questa vicenda e la Banda della Magliana, organizzazione criminale romana degli Anni Ottanta. Poi, a luglio di quell’anno, in una telefonata al programma ‘Chi l’ha visto?’ un uomo disse che “se si voleva sapere la verità su Emanuela Orlandi bisognava cercarla in chi è sepolto nella basilica di Sant’Apollinare e controllare del favore che Renatino fece al cardinal Poletti”. Anni dopo, nel 2008, altre dichiarazioni in questo senso di Sabrina Minardi, l’amante di De Pedis: fu lei a dire che Emanuela era morta e ad attribuirne la responsabilità a Renatino. Secondo la donna, la ragazza venne sequestrata per volere del cardinale Paul Marcinkus, allora capo dello Ior, la banca vaticana. Sempre secondo la Minardi, l’Orlandi fu giustiziata sei, sette mesi dopo la scomparsa e il cadavere sarebbe stato occultato da De Pedis a Torvajanica, sul litorale romano, in una betoniera. Le testimonianze della donna sono però sempre state ritenute dagli inquirenti confuse e disordinate.
Nel dicembre 2009 due pentiti della Banda della Magliana rilasciarono dichiarazioni relative al coinvolgimento di Renatino e di alcuni esponenti vaticani nella vicenda Orlandi. De Pedis fu ucciso il 2 febbraio in un agguato a Roma in via del Pellegrino mentre era a bordo del suo scooter in una resa dei conti all’interno dell’organizzazione. Il 24 aprile la salma di De Pedis venne tumulata nella Basilica che sorge nel rione Ponte, tra piazza Navona e Palazzo Altemps, che ora appartiene all’Opus Dei. E fu proprio monsignor Vergari il 6 marzo 1990, a soli 32 giorni dall’uccisione di ‘Renatino’, ad attestare in una lettera lo status di “grande benefattore” dell’ex boss, che aveva conosciuto anni prima durante le visite ai detenuti a Regina Coeli.
“Si attesta che il signor Enrico De Pedis nato in Roma-Trastevere il 15/05/1954 e deceduto in Roma il 2/2/1990 – scrive proprio monsignor Vergari in una lettera – è stato un grande benefattore dei poveri che frequentano la basilica ed ha aiutato concretamente a tante iniziative di bene che sono state patrocinate in questi ultimi tempi, sia di carattere religioso che sociale. Ha dato particolari contributi per aiutare i giovani, interessandosi in particolare per la loro formazione cristiana e umana”. Dopo quattro giorni l’allora vicario di Roma e presidente della Cei, il cardinale Ugo Poletti, diede il nulla osta alla sepoltura di De Pedis all’interno della basilica di Sant’Apollinare, dove la salma fu quindi traslata il 24 aprile di quell’anno dal cimitero del Verano. Sul suo sito internet monsignor Vergari racconta che De Pedis, conosciuto in carcere, lo aveva aiutato più volte nell’organizzare le mense per i poveri. “Quando seppi dalla televisione della sua morte in via del Pellegrino – scrive Vergari – ne restai meravigliato e dispiacente”.
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