Roma, 18 mag. (LaPresse) – Omicidio, tentato omicidio, azioni che hanno comportato danni e associazione a delinquere. Sarebbero questi, almeno secondo quanto riporta la stampa indiana, i capi d’accusa, presentati oggi al tribunale di Kollum, a carico dei due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, coinvolti nell’uccisione dei due pescatori indiani dello scorso 15 febbraio, mentre erano a bordo della petroliera Enrica Lexie. Immediata la reazione della Farnesina, che alla luce della situazione in Kerala ha richiamato a Roma l’ambasciatore a New Delhi, Giacomo Sanfelice, per consultazioni con il Governo. La tensione tra Italia e India è, quindi, di nuovo altissima, anche perchè il legale Carlo Sica, dell’avvocatura di Stato, che segue la vicenda dei due militari italiani, riferisce di non essere ancora riuscito a farsi inviare “i documenti consegnati dalla polizia per la formulazione dei capi d’accusa. Abbiamo provato più volte a chiedere di leggere gli atti, anche attraverso i nostri colleghi indiani ma non ci sono ancora stati forniti”.
Per ora, quindi, anche la difesa si basa sulle notizie riportate dalla stampa indiana. A stupire, spiega il legale, è soprattutto l’accusa di associazione a delinquere. “Sapevamo, o meglio immaginavamo, che venisse contestato l’omicidio volontario – sottolinea Sica – ma assolutamente non si era mai parlato di associazione per delinquere. Anche perché francamente non so nemmeno se sia un reato contemplato dal codice penale indiano”. Per il legale l’ipotesi è che si faccia riferimento al ‘concorso’ di colpe, più che all’accezione italiana del termine. Da approfondire poi, per l’avvocato, anche la gravità dell’accusa di omicidio che sembrerebbe generica.
Nessuna sorpresa, invece, sulla localizzazione dell’incidente che per l’India sarebbe avvenuto a 20,5 miglia dalla costa. “Si tratta di acque contigue ma comunque extraterritoriali – spiega Sica – ma è lo stesso dato riportato nella prima relazione. Il codice internazionale prevede che quelle nazionali si limitino a 12 miglia, da 12 a 24 si tratta di acque extraterritoriali, ma dove si possono fare inseguimenti, dopo no. L’India, però, ha dichiarato di interesse commerciale le acque fino a 220 miglia, praticamente azzerando il codice internazionale”.
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