Bergamo, 4 mag. (LaPresse) – Luigi Martinelli, il 54enne che ieri ha sequestrato 15 persone all’interno della sede di Equitalia di Romano di Lombardia, nel bergamasco, rischia una pena da 6 mesi a 8 anni. L’uomo ieri pomeriggio è entrato nell’Agenzia delle Entrate armato di un fucile, due pistole e un coltello e ha aperto il fuco contro il soffitto, senza ferire nessuno. Dopo aver rilasciato 14 ostaggi, trattenendone solo uno, ed aver fatto entrare nell’edificio un vice brigadiere dei carabinieri, l’uomo è rimasto quasi sei ore barricato nella sede di Equitalia. Martinelli si è poi arreso ai carabinieri ed è stato arrestato. Ora, ha spiegato in conferenza stampa il procuratore capo di Bergamo Massimo Meroni, verrà chiesta la convalida dell’arresto con l’accusa di sequestro di persona. Un gesto folle, quello del 54enne, che come spiega Meroni non era giustificato da una situazione particolarmente tragica: “Solo dopo l’interrogatorio da parte del giudice potremo sapere con maggiore esattezza il significato di questa azione che sembrerebbe un’azione di protesta, dimostrativa, non oggettivamente giustificata visto che dai primi accertamenti dell’Agenzia delle Entrate sembrerebbe che avesse un debito non superiore ai mille euro nei confronti del fisco”. Il sequestratore, nato a Covo ma residente a Calcio, è stato descritto da Meroni come “una persona mite, tranquilla. E’ separato con due figli. Si è reso conto della gravità del fatto e ha subito ammesso le proprie responsabilità”. Martinelli durante le concitate ore del sequestro “non ha avanzato particolari richieste se non quella di parlare con il presidente del Consiglio Mario Monti”, ha spiegato Meroni che ha confermato la disponibilità del premier al colloquio “ma non si è rivelato necessario”.
Intanto è in carcere e oggi ha ricevuto la visita del senatore Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord, e dell’onorevole Giacomo Stucchi. “Situazioni estreme – ha commentato Calderoli – causate anche dall’esasperazione nei confronti di uno Stato che sembra veramente considerare il cittadino solo alla stregua di un suddito da spremere. Intanto durante il colloquio è emerso che Martinelli aveva un debito non per 1000 euro, dunque una cifra esigua, come scritto dai media, ma di 44mila euro, dunque una cifra ben più consistente”. Poi il senatore del Carroccio ha chiarito che nel corso del colloquio “gli abbiamo messo a disposizione la possibilità di essere difeso da un avvocato di fiducia, individuato nella persona di Matteo Brigandì, il quale ha già manifestato la sua piena disponibilità a difenderlo”.
Fondamentale nella buona risoluzione della vicenda l’intervento del vice brigadiere Roberto Lorini che per ore è rimasto dentro la sede di Equitalia con il sequestratore per trattare con lui, pur non essendo addestrato per questo tipo di operazione. Passata la paura, Lorini oggi ha raccontato: “Ho cercato di fargli capire che era successo questo equivoco, ma che bisognava vedere di risolverlo e di non esagerare. Gli ho detto che doveva rientrare in se stesso e nella vita quotidiana”. Lorini ha spiegato di avere improvvisato durante le trattative e di aver cercato di entrare in confidenza con il sequestratore parlandogli in dialetto. Il vice brigadiere ha 48 anni ed è nato a Chiari, in provincia di Brescia. Il carabiniere si è arruolato il primo dicembre 1983 ed è in servizio a Romano di Lombardia dal febbraio dell’84.
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