Roma, 30 apr. (LaPresse) – E’ stato assolto perché il fatto non sussiste Claudio Marchiandi, il funzionario dell’ufficio dei detenuti e del trattamento del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria (Prap) condannato in primo grado a due anni di reclusione per la vicenda legata alla morte di Stefano Cucchi, il geometra di 31 anni arrestato per spaccio il 16 ottobre del 2009 e deceduto sei giorni dopo essere stato ricoverato all’ospedale Sandro Pertini. La sentenza è dei giudici della terza sezione penale della corte d’appello che, dopo un paio di ore di camera di consiglio, hanno ribaltato quanto deciso con rito abbreviato dal gup Rosalba Liso il 25 gennaio 2011. L’accusa che gli è stata mossa era quella di avere redatto personalmente in ospedale la richiesta di disponibilità di un posto letto e di aver aiutato gli agenti della polizia penitenziaria ad eludere le indagini.
“L’assoluzione di Marchiandi ci amareggia molto ma non ci sorprende affatto”, ha commentato Giovanni Cucchi, il padre di Stefano. “I nostri legali – ha spiegato – ci avevano già avvisato: la procura, con questa impostazione accusatoria, ci sta portando al massacro. Contestando questo tipo di imputazioni, stanno uccidendo di nuovo nostro figlio. Ora – ha concluso – non ci resta che sperare nel processo principale”. “Noi abbiamo sperato fino all’ultima per una conferma: per me tutto questo è avvilente e indecoroso”, ha detto Ilaria Cucchi, sorella di Stefano. “Io e la mia famiglia – ha aggiunto – ora abbiamo solo fiducia nei giudici e non nei pm che stanno facendo di tutto per portare avanti le loro tesi assurde. La nuova perizia è un segnale importante”. Il riferimento è al processo principale per la morte di Stefano Cucchi, in corso davanti alla III corte d’assise dove sono imputate 12 persone (6 medici, di 3 infermieri e di 3 agenti della polizia penitenziaria) nell’ambito del quale stata disposta una perizia super partes per accertare le cause del decesso.
Soddisfatto il legale di Marchiandi: “Siamo contenti – ha detto l’avvocato Olivero de Carolis – per la decisione della Corte che ha lavorato serena. La cosa importante è quella di riuscire ad accertare la verità. Lo dobbiamo a Stefano Cucchi e mi auguro che la magistratura faccia piena luce su quanto accaduto a questo ragazzo”.
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