Enna, 34enne confessa: Ho ucciso Vanessa

Enna, 34enne confessa: Ho ucciso Vanessa

Enna, 27 apr. (LaPresse) – Vanessa Scialfa è stata strangolata, soffocata e poi gettata da un cavalcavia dal convivente durante una lite. E’ questa la terribile fine della 20enne di Enna trovata morta ieri. Il fidanzato 34enne, Francesco Mario Lo Presti, dopo un lunghissimo interrogatorio, è crollato e ha confessato l’omicidio, aiutando la polizia a ritrovare il corpo della giovane. L’uomo, colto da un raptus dopo aver assunto cocaina, ha afferrato i cavi di connessione del lettore Dvd al televisore, ha sorpreso Vanessa alle spalle e, dopo averle annodato i fili attorno al collo, l’ha sollevata di peso, scaraventandola sul letto. Poi ha continuato a serrare il nodo, ha afferrato un fazzoletto imbevuto di candeggina e l’ha soffocata, fino a che la vittima non ha esalato l’ultimo respiro. Quando si è reso conto di averla uccisa ha avvolto il cadavere all’interno di un lenzuolo grigio chiaro, l’ha caricato nel bagagliaio dell’auto e si è diritto verso la statale 122, dove lo ha gettato dal cavalcavia. Prima della sua fine, Vanessa aveva provato a prendere le sue cose e a scappare via di casa.

Lo Presti, intanto, aveva già pensato a cosa dire per cancellare le tracce dell’efferato delitto e nel pomeriggio di martedì ha raccontato ai familiari della giovane di non sapere dove fosse, facendo finta di impegnarsi per cercarla. Ma la sua versione non aveva convinto del tutto gli investigatori, che lo avevano ascoltato fin dal primo momento come persona informata dei fatti. Ieri notte la svolta. Il 34enne disoccupato è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto, da parte degli agenti della squadra mobile di Enna, diretti da Giovanni Cuciti, poiché indagato per omicidio volontario aggravato dai futili motivi e occultamento di cadavere.

Già dal pomeriggio dello scorso 24 aprile, i genitori della giovane Vanessa avevano denunciato ai carabinieri di Enna la scomparsa della figlia, che sembrava essersi allontanata volontariamente dall’abitazione dove viveva con Lo Presti. La ragazza sembrava non aver lasciato nessuna traccia, nonostante le ricerche effettuate anche tramite elicotteri, fino a quando, ieri mattina, gli agenti della squadra mobile sono stati contattati dal padre del 34enne, preoccupato perché il figlio aveva detto più volte di volersi suicidare. Acquisita la segnalazione da parte del genitore, gli investigatori sono riusciti a rintracciare Lo Presti in stato confusionale nei pressi del palazzo di giustizia di Enna.

Indotto a parlare, il sospettato ha iniziato a fare timide dichiarazioni dicendo di avere “fatto una fesseria” e che per questa ragione voleva andare a Catania in via dei Gesuiti all’altezza del civico 23, un luogo dove si era in precedenza incontrato con Vanessa. Queste poche parole hanno confermato tutti i sospetti e hanno spinto gli agenti a farlo cadere in trappola con uno stratagemma. Infatti, per calmarlo e spiengerlo a confessare, gli hanno detto che la giovane era riuscita a fare rientro a casa e che le sue condizioni non erano preoccupanti come lui credeva. Un’affermazione alla quale Lo Presti ha ribattuto asserendo con forte convincimento che Vanessa non sarebbe più potuta tornare a casa, scoppiando poi in lacrime. Dopo una estenuante trattativa, quindi, il 34enne ha iniziato a fare delle prime ammissioni, riferendo di avere ucciso la convivente a seguito di un violento litigio scoppiato per motivi passionali e di avere abbandonato il cadavere lungo una scarpata adiacente la strada statale che da Enna conduce a Caltanissetta, nei pressi della miniera di Pasquasia. Alle 15 di ieri, all’altezza del km. 84,700, nascosto tra la vegetazione gli agenti hanno ritrovato il corpo raccolto in posizione fetale all’interno di un lenzuolo grigio chiaro, fermato da una serie di nodi. La salma è stata portata all’obitorio del cimitero comunale dove il medico legale ha effettuato l’autopsia e i genitori hanno identificato il corpo.

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