Milano, 24 apr. (LaPresse) – Il sostituto pg di Milano, Laura Barbaini, ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza d’appello con cui il 6 dicembre scorso Alberto Stasi è stato assolto dall’accusa di avere ucciso Chiara Poggi. In particolare, secondo Barbaini, la decisione dei giudici della corte d’assise e d’appello di Milano sarebbe viziata da manifesta contradditorietà e illogicità nelle motivazione. Tra le molte prove, i giudici di secondo grado avrebbero considerato solo la presenza del dna della vittima sui pedali della bicicletta di Stasi e l’impronta digitale del ragazzo sul dispenser del sapone nel bagno di casa Poggi. Per questo i magistrati avrebbero valutato come semplici “congetture o supposizioni personalistiche” alcuni elementi che l’accusa ritiene invece importanti per stabilire la colpevolezza di Stasi. Il sostituto pg nel suo ricorso di una ventina di pagine considera l’ipotesi che l’autore del delitto sia stato un ladro o di uno sconosciuto. Possibilità che però Barbaini esclude perché il fatto che Chiara Poggi sia stata colpita in testa con un martello (mai ritrovato) e poi gettata giù per le scale interne della casa suggerisce una “relazione personale consolidata” tra la vittima e il suo aggressore, che avrebbe agito con “ferocia”, spinto da “un’emotività esasperata” spiegata solo da “rapporti profondi e contrastati” con la ragazza. Per il sostituto pg è anche necessario ripetere la perizia che serve a capire come Stasi sia riuscito a non sporcarsi le scarpe col sangue della vittima, che era sparso su quasi tutto il pavimento della villetta dei Poggi. Stasi, molto tempo dopo, consegnò ai carabinieri un paio di scarpe che disse di aver indossato il giorno della morte della fidanzata. Quelle scarpe non avevano alcuna traccia di sangue.

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