Giaglione (Torino), 11 apr. (LaPresse) – E’ passata tranquilla la notte al cantiere della Tav di Chiomonte, in Val di Susa, sotto la neve che ha continuato a scendere da ieri sera fino a coprire il suolo di 10-15 centimetri. Ieri centinaia di No Tav hanno sfidato il maltempo marciando, dalle 22, attraverso i boschi della Val Clarea fino alle reti. Sono tornati indietro verso mezzanotte senza creare incidenti con le forze dell’ordine che presidiano l’area. Una decina di loro è rimasta a presidiare la baita-presidio No Tav di metallo costruita pochi giorni fa davanti alle recinzioni.

Oggi alle 9 i circa 70 proprietari – tra cui molti No Tav – dei terreni limitrofi al cantiere saranno convocati dentro all’area di lavoro della Torino-Lione gestita da Ltf per le procedure di esproprio temporaneo, con cui la società acquisirà ulteriori porzioni di terreno per allargare il cantiere. Entrerà anche lo storico leader No Tav Alberto Perino, che ha ricevuto la delega da Luca Abbà, proprietario di un pezzo di terreno, ancora ricoverato all’ospedale Cto di Torino dopo essere rimasto folgorato su un traliccio dell’alta tensione davanti al cantiere lo scorso 27 febbraio. I No Tav si preparano a “resistere”, ancora una volta sotto alla neve, dividendosi in due gruppi: il primo partirà verso le 8 da Giaglione per marciare attraverso la Val Clarea fino alle recinzioni.

Il secondo presidierà, a partire dalla stessa ora, alla centrale idroelettrica di Chiomonte, dove si trova l’accesso al cantiere da cui entreranno – dalle 9 – i proprietari terrieri. Dalla mezzanotte di ieri un’ordinanza prefettizia vieta l’accesso a tutte le strade e a tutti i sentieri che conducono al cantiere. Mobilitazioni sono previste in varie città italiane.

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