Milano, 31 mar. (LaPresse) – Il corteo Occupyamo Piazza Affari che nel pomeriggio ha sfilato per le vie di Milano per circa quattro ore, si è concluso davanti alla Borsa, “simbolo – come lo hanno definito i manifestanti – dello strapotere delle banche e dalla finanza”. Il corteo, che voleva protestare contro il governo Monti, secondo alcune stime sarebbe strato composto da circa 10mila persone (30mila per gli organizzatori) appartenenti a diverse formazioni e partiti della sinistra, come il Prc (era presente il segretario Paolo Ferrero), Sinistra Critica, i Comunisti Italiani (ha sfilato anche Rizzo) ma anche molti movimenti sindacali di base, una delegazione della Fiom, gruppi di operai di fabbriche in lotta. Presenti anche il movimento No Debito e San Precario e una delegazione di No Tav. Alcuni militanti sono arrivati in pullman da Torino e dal Piemonte, da Roma e da Napoli. E proprio uno dei militanti napoletani è stato denunciato perché nello zaino aveva una mazza di legno, un passamontagna e occhialini anti fumogeni.
Alcuni antagonisti hanno ‘attaccato’ le banche sul percorso del corteo: le porte della filiale Unicredit di Croctta sono state bloccate con pannelli di polistirolo attaccati con la schiuma, l’accesso alla vicina Bnl di corso di Porta Romana è stato bloccato con un muretto di mattoni e calce, e una maxi banconota con la faccia del governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, e il valore del debito italiano è stata incollata sulla vetrina della banca Cariparma di Molino delle armi e della sede Unicredit in piazza Cordusio. Davanti alla banca sono anche stati depositati detriti e lanciati fumogeni. Un’azione che ha provocato attimi di tensione con un gruppo di carabinieri in tenuta anti sommossa, subito stemperata quando i militari si sono rirtirati in via Tommaso Grossi. La manifestazione si è conclusa in Piazza Affari con i discorsi dei leader delle diverse organizzazioni che hanno dato vita alla manifestazione, tra cui quello del leader No Tav, Alberto Perino, che non ha risparmiato critiche al governo Monti e al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. A concludere la giornata di protesta una canzone dedicata a Luca Abbà, il militante precipitato dal traliccio in Val di Susa e ancora convalescente all’ospedale Cto di Torino. Il movimento adesso si internazionalizza: la prossima tappa è a Francoforte il 18 maggio per protestare proprio davanti alla Bce.
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