Roma, 26 mar. (LaPresse) – “Michele era un grande perché si sentiva militare nel cuore e nelle ossa. Michele resta operatore di pace”. Così monsignor Vincenzo Pelvi, ha voluto ricordare il sergente maggiore Michele Silvestri, ucciso sabato scorso dal lancio di un razzo sulla postazione italiana nell’area del Gulistan. Durante l’omelia dei funerali di Stato, che si sono svolti questo pomeriggio nella basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma, l’ordinario militare ha voluto ricordare e salutare così la cinquantesima vittima italiana in Afghanistan, riprendendo una frase detta dalla mamma del militare ucciso questa mattina all’aeroporto di Ciampino.
Il feretro giunto a piazza della Repubblica è stato accompagnato a passo lento verso la navata centrale della basilica, sulle note della marcia funebre ‘In pace per la pace’ suonata dalla banda dell’esercito. Sul tricolore, che abbraccia la salma del soldato morto in Afghanistan, il cappello con le tre spille in ricordo delle tre missioni che Silvestri ha svolto nella sua carriera militare: Kossovo, Iraq e Afghanistan. Ad attenderlo la moglie Nunzia Carannante, la mamma Teresa Palma Esposito il papà Antonio, il fratello Fortunato, la sorella Anna. Mentre è rimasto a casa il piccolo Antonio di 8 anni. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, entrato in chiesa poco prima dell’ingresso della salma di Silvestri, si è avvicinato ai familiari del soldato stringendo le mani in segno di conforto. Presenti nella basilica oltre al presidente della Repubblica, anche il presidente del Senato, Renato Schifani, il vicepresidente della Camera, Antonio Leone, i ministri di Difesa, Esteri e Lavoro, Giampaolo Di Paola, Giulio Terzi e Elsa Fornero. In prima fila anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. La salma del sergente maggiore, al termine delle esequie di Stato e dopo aver ricevuto gli onori militari ha lasciato Roma per dirigersi verso Monte di Procida, dove domani si svolgeranno i funerali in forma privata.
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