Venezia, 24 mar. (LaPresse) – La polizia di Venezia ha sventato un sequestro di persona durante un blitz avvenuto nella serata di ieri. Cinque le persone arrestate, membri di un’organizzazione criminale dedita alle rapine in villa, e ritenute prossimi al rapimento di una persona, probabilmente la figlia di un noto industriale della zona.

Le indagini della squadra mobile di Venezia sono iniziate la sera del 16 febbraio dopo una rapina in una villa di Pramaggiore, durante la quale un imprenditore del settore della produzione di mobili, Graziano Zucchetto, 45 anni, era rimasto ferito da un colpo di pistola sparato dai rapinatori. Le indagini si sono indirizzate subito verso un gruppo di cittadini albanesi in contatto con i cugini Massimo e Corrado Di Giovanni. Quest’ultimo, rappresentante di vernici per mobili, era collaboratore dell’uomo ferito durante la rapina e di molti altri industriali del legno con aziende nelle province di Venezia, Treviso e Pordenone. Il suo ruolo era quindi quello di ‘talpa’. L’uomo forniva al cugino i dettagli sulla disponibilità economica degli imprenditori e informazioni sui luoghi in cui questi tenevano le cassaforti. A sua volta Massimo di Giovanni, insieme al gruppo di albanesi, effettuava i sopralluoghi.

Le intercettazioni telefoniche hanno portato alla luce una vera e propria associazione per delinquere. Gli agenti della mobile sono riusciti a conoscere in anticipo i progetti del gruppo e a mettere in sicurezza le potenziali vittime. In particolare, la banda aveva in programma due rapine in villa, a danni di due industriali nel settore mobiliare, previste per il 17 e il 20 marzo. Inoltre, nella mattinata di ieri, la polizia, grazie alle intercettazioni, ha appreso che il gruppo aveva intenzione di sequestrare una persona ai fini di rapina. Non riuscendo a individuare l’obiettivo prescelto, gli agenti hanno deciso di predisporre un servizio di pedinamento, grazie al quale i poliziotti hanno localizzato e poi fermato i rapinatori.

Al momento dell’arresto si trovavano a bordo di una Mercedes, sulla quale sono stati rinvenuti passamontagna, stringhette di plastica per legare i polsi e una pistola semiautomatica. A finire in manette sono stati i cugini Corrado e Massimo Di Giovanni, Eduart Mastrangioli Arapi, albanese di 33 anni, pregiudicato, condannato in Spagna a 6 anni e 9 mesi di reclusione per rapina a mano armata in un hotel a Barcellona, evaso dal carcere spagnolo nel dicembre scorso, grazie ad un permesso premio e dimorante nel trevigiano, Eduard Lufi, albanese di 26 anni e Ledjan Lugja, albanese di 23 anni. Tutti sono stati portati nel carcere di Venezia-Santa Maria Maggiore in stato di isolamento.

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