Napoli, 19 mar. (LaPresse) – Sessanta persone sono state arrestate tra Campania e Lombardia, tra cui 16 giudici tributari, 8 funzionari impiegati presso le commissioni tributarie provinciale e regionale di Napoli, un membro del garante del contribuente della Campania e un funzionario dell’agenzia delle entrate di Napoli. Per loro le accuse sono di associazione per delinquere di stampo mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, corruzione per un atto d’ufficio, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione in atti giudiziari, corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, soppressione, distruzione e occultamento di atti veri, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico nonché truffa. Nei confronti degli arrestati, è stato disposto il sequestro di beni mobili, immobili, quote societarie e conti correnti, operato sull’intero territorio nazionale, per un valore complessivo pari a 1 miliardo di euro.
Le indagini, eseguite dalla polizia tributaria di Napoli, hanno fatto emergere un sodalizio criminale composto da esponenti di spicco del clan dei Fabbrocino, egemoni nell’area vesuviana, imprenditori operanti nei settori della commercializzazione dei metalli ferrosi, della compravendita immobiliare e della gestione di alberghi e funzionari pubblici in servizio presso uffici giudiziari e tributari della Campania.
In particolare sono state eseguite 22 ordinanze di custodia in carcere, 25 ai domiciliari e 13 divieti di dimora nel comune di Napoli. Fra di loro ci sono 28 funzionari pubblici. In tutta Italia sono stati sequestrati conti correnti, attività finanziarie, quote societarie, terreni, fabbricati e auto.
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