Giaglione (Torino), 4 mar. (LaPresse) – Giornata di mobilitazione senza incidenti in Val Susa. Un migliaio di No Tav si è radunato al campo sportivo di Giaglione per una “polentata” anche con famiglie e bambini, per il settimo giorno consecutivo di mobilitazione nazionale contro la linea ferroviaria Torino-Lione. Alle 14 sono partiti per la baita Clarea, il presidio No Tav costruito nel settembre del 2010, recentemente sgomberato. Si tratta di una casetta di legno che confina con le reti del cantiere di Chiomonte e si trova nell’area interdetta alla circolazione da un’ordinanza prefettizia, dichiarata “sito strategico nazionale” dal governo. “Caro Monti, dei valsusini non hai capito niente. Io dico che nel popolo della Val di Susa siamo duri come dei martelli. Non ci facciamo spaventare”, ha spiegato Alberto Perino, storico leader No Tav, prima della partenza. “Non sarà tollerata nessuna violenza”, ha proseguito, ricordando le parole del premier. “Cerca di guardare – ha detto, rivolgendosi a Monti – le violenze della polizia non solo le altre”.
Giunti allo sbarramento lungo la mulattiera che porta al cantiere, dietro il quale era piazzato un cordone di agenti, i No Tav hanno preso in mano forbici e tronchesine, tagliando il filo spinato. Si è trattato di un’azione simbolica e limitata, al termine della quale sono tornati indietro. “L’intensità della lotta la decide il movimento. Decidiamo come quando e dove”, ha spiegato Francesco Richetto, leader No Tav vicino al centro sociale Askatasuna di Torino. “Oggi avremmo potuto arrivare alle reti e fare quel che volevamo – ha aggiunto – ci siamo fermati qui, decidiamo noi”. “Resistere, continuare a resistere e fare pressione” l’obiettivo del movimento da perseguire nei prossimi giorni.
Mentre molti tagliavano il filo spinato Turi Vaccaro, un No Tav pacifista diventato celebre per gli scioperi della fame, a piedi nudi, correndo per i boschi e inerpicandosi sulla montagna, è riuscito ad aggirare gli agenti e a dirigersi verso la baita Clarea. E’ salito su un alto palo, in cima al quale si trova un riflettore messo dalle forze dell’ordine per illuminare l’area, e da lì ha suonato per un po’ il flauto. Dopo di che è sceso e si è dato nuovamente alla macchia nei boschi. Alla fine tutti sono tornati verso il campo sportivo di Giaglione, dove hanno suonato i Lou Dalfin, storico gruppo vicino alle ragioni dei dimostranti. Balli e vin brulè, alla festa ha preso parte il migliaio di persone che era partito da lì qualche ora prima.
Una buona notizia è arrivata dall’ospedale Cto: Luca Abbà sta andando incontro a una “lenta e progressiva ripresa”, hanno riferito i medici. Abbà è ancora intubato e in prognosi riservata. “Per quanto riguarda la reattività – si legge nel bollettino medico – non è in grado di comprendere ancora nè di parlare. I tempi di risveglio sono condizionati anche dal fatto che esce da una lunga sedazione, iniziata anche per via del trauma cranico. I segnali clinici vanno comunque un miglioramento”. I medici sono cautamente ottimisti.
Sulla vicenda Tav oggi è intervenuto anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, dicendo che “abbiamo il dovere morale, politico e civico di portare avanti” il progetto “per non essere allontanati dall’Europa, per non perdere quella credibilità che abbiamo guadagnato con estrema difficoltà”. Botta e risposta a distanza poi tra il commissario straordinario di governo Mario Virano intervistato da Lucia Annunziata a ‘In mezz’ora’, e Perino. Virano ha detto che il movimento è sostanzialmente governato da Perino e dal centro sociale Askatasuna e che, per quanto riguarda i violenti, “non siamo in presenza di infiltrati ma di invitati. E’ il comitato che dirige il movimento a regolare il rubinetto della violenza, secondo una lucida convenienza valutata di caso in caso”. Non si è fatta attendere la risposta di Perino: “Valuteranno gli avvocati, se ci sono gli estremi lo quereliamo”, ha annunciato al termine della manifestazione in Val Susa.
In serata Il no Tav pacifista Turi Vaccaro è salito sul palo dell’alta tensione, che si trova davanti al cantiere Tav di Chiomonte, dove lunedì scorso è rimasto folgorato Luca Abbà. Non ha intenzione di scendere e ha con sé una coperta. Gli agenti hanno consentito l’accesso all’area di due no Tav, che stanno cercando di convincerlo a scendere. E’ stata staccata la corrente elettrica e sul posto sono presenti i vigili del fuoco e il 118.
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