Milano, 17 ago. (LaPresse) – “Per ora né noi, né altri hanno avuto contatti con chi ha rapito Francesco Azzarà”. Lo ha detto Rossella Miccio, coordinatrice dell’ufficio umanitario di Emergency in merito al sequestro dell’operatore dell’associazione umanitaria avvenuto il 14 agosto scorso a Nyala, nel Darfur, in Sudan, mentre Azzarà si stava recando all’aeroporto. “Non abbiamo ancora notizie da Nyala su Francesco – ha spiegato la Miccio – restiamo sempre in collegamento con i nostri collaboratori sul posto e con le autorità locali. Certezze non ce ne sono e sono diverse le ipotesi in campo su chi possano essere i responsabili del sequestro”. Il ‘Corriere della Sera’ ha parlato di una pista secondo cui Azzarà sarebbe nella mani di un sottogruppo della tribù araba filogovernativa dei Rezegat, ma è stato anche riferito di un possibile ruolo nel rapimento di personale del centro pediatrico di Nyala a cui non sarebbe stato rinnovato il contratto. “Non è esclusa nessuna ipotesi al momento, anche se nella nostra struttura a Nyala lavorano moltissimi sudanesi e con loro non abbiamo avuto alcuna criticità”. Per quanto riguarda le affermazioni del vice governatore Abdul Karim Moussa riportate dai media che avrebbe fornito rassicurazioni sullo ‘stato fisico e psicologico’ dell’ostaggio, Rossella Miccio ha precisato: “Il vice governatore, con cui abbiamo parlato, ci ha spiegato che non ha avuto alcun contatto con i rapitori di Francesco e che quanto ha detto si basa su precedenti esperienze di sequestri nella zona, nei quali i rapiti sono sempre stati trattati bene”.
Intanto gli amici di Francesco e tutta la Comunità Mottese annunciano per domani una fiaccolata a Motta San Giovanni, nel reggino, il paese di cui è originario Azzarà, “per stringersi simbolicamente attorno all’operatore di Emergency rapito in Sudan” . “La fiaccolata – si legge in una nota pubblicata sul sito di Reggio Tv – “partirà alle ore 20, domani,18 agosto, da piazza della Municipalità, per poi proseguire lungo la via principale del paese, e vuole suscitare anche una riflessione sulle motivazioni che hanno spinto Francesco in Africa al fianco dei più bisognosi”.
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