Roma, 6 lug. (LaPresse) – Dalle prime ore di oggi, con il coordinamento della Direzione nazionale antimafia e delle autorità giudiziarie di Bologna e Lecce, gli investigatori del servizio centrale operativo della polizia di Stato e delle squadre mobili di Lecce, Bologna e Ravenna stanno eseguendo decine di provvedimenti restrittivi, nell’ambito di indagini collegate avviate nel maggio 2010, a seguito del significativo incremento dei flussi migratori irregolari verso il territorio italiano. L’operazione, che si sta svolgendo in Lombardia, Emilia-Romagna, Puglia, Abruzzo, Lazio e Calabria, è condotta nei confronti di trafficanti di uomini di prevalente origine afghana, pachistana ed indiana, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina.
Gli indagati sono accusati anche di aver esposto i migranti a costante pericolo di vita. L’inchiesta ha consentito d’individuare l’attività di più cellule, operanti in particolare a Roma, Milano, Cremona, Bologna, Bergamo, Brescia, Teramo, Ascoli Piceno e Bari, emanazione diretta di una più ampia filiera criminale con vertici operativi in Grecia ed in Turchia, dedita al traffico di uomini verso l’Europa. Il flusso irregolare è stato realizzato attraverso viaggi di piccole imbarcazioni verso le coste meridionali italiane nonché, tramite navi di linea, con destinazione i porti italiani dell’Adriatico. Gran parte dei migranti, dopo essere giunti sul territorio nazionale, venivano trasferiti in Paesi del Nord Europa, come Germania, Svizzera, Danimarca, Austria, Francia e Belgio.
I risultati dell’indagine verranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà presso la Direzione nazionale antimafia, alle ore 11 di oggi, alla presenza del procuratore nazionale Piero Grasso, del procuratore di Bologna Roberto Alfonso, del procuratore di Lecce Cataldo Motta e degli investigatori.
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