(LaPresse) – L‘Organizzazione mondiale della Sanità ha affermato che l’Europa potrebbe raggiungere gli oltre due milioni di morti per Covid entro marzo del prossimo anno. Lo riporta Sky News. I decessi giornalieri sono raddoppiati dai 2.100 di fine settembre ai quasi 4.200 della scorsa settimana, ha affermato l’Oms. I decessi segnalati nei 53 paesi che compongono la regione, hanno superato la soglia di 1,5 milioni. Sulla base delle tendenze attuali, l’Agenzia Onu prevede quindi che i decessi totali raggiungeranno gli oltre 2,2 milioni entro la primavera del prossimo anno.
L’ufficio europeo dell’Oms ha citato crescenti prove del calo di protezione dall’infezione e dalla malattia lieve attraverso i vaccini, affermando che una “dose di richiamo” dovrebbe essere data in modo prioritario alle persone vulnerabili, comprese quelle con sistema immunitario indebolito, a quelle di età superiore ai 60 anni e agli operatori sanitari. Tuttavia, l’agenzia ha ripetutamente chiesto una moratoria sull’uso dei ‘booster’ fino alla fine dell’anno perché le dosi possano essere rese disponibili ai Paesi in via di sviluppo, che affrontano una grave mancanza di vaccini rispetto al mondo economicamente ricco. Ha inoltre invitato le persone a vaccinarsi, a rispettare una corretta igiene e praticare il distanziamento sociale per aiutare a fermare la diffusione del virus.
“Oggi, la situazione del Covid-19 in Europa e Asia centrale è molto grave. Ci aspetta un inverno impegnativo, ma non dovremmo essere senza speranza, perché tutti noi – governi, autorità sanitarie, individui – possiamo intraprendere azioni decisive per stabilizzare la pandemia”, ha affermato Hans Kluge, direttore regionale dell’Oms Europa. A trascinare l’aumento dei contagi sono la variante Delta altamente trasmissibile, l’allentamento delle misure anticontagio come l’uso di mascherine e il distanziamento, ampie fasce di popolazione non immunizzate, secondo l’Oms Europa. “Possiamo aspettarci che ci sarà stress alto o estremo sui letti d’ospedale in 25 Paesi, stress alto o estremo nelle unità di terapia intensiva (ICU) in 49 su 53 Paesi, da qui al 1 marzo 2022”, dichiara l’Oms Europa.