Il centrodestra spinge per le riaperture, ma i dati rimangono la via maestra
L’Italia si ‘schiarisce’ e passa in arancione. Restano solo quattro (Valle D’Aosta, Campania, Puglia e Sardegna) le regioni che questa settimana saranno ancora in zona rossa, quella con il più alto livello di restrizioni. Intanto i dati del contagio confermano il trend in discesa rispetto ai sette giorni precedenti. Nelle ultime 24 ore i tamponi positivi sono stati 15746 con 331 persone decedute. Prosegue, anche se in maniera contenuta, pure l’abbassamento della pressione sugli ospedali con 316 ricoverati in meno nei reparti e nelle terapie intensive (-3). Una flessione della curva che porta la questione delle riaperture anticipate, rispetto al decreto che fino al 30 aprile detta le regole con l’abolizione della zona gialla, al centro della scena. Il premier Draghi ha più volte detto di volersi affidare esclusivamente ai dati scientifici ma le varie anime del governo spingono, chi da una parte e chi dall’altra. Dal centrodestra Antonio Tajani chiede un cdm il 20 aprile “per verificare dove si può andare in zona gialla”. Le riaperture sono un cavallo di battaglia storico pure della Lega e di Matteo Salvini ma dal Pd il ministro del Lavoro, Andrea Orlando ribatte mettendo in luce come “non si realizzano con dichiarazioni o interviste, ma accelerando sui vaccini”.
E proprio il dossier in mano al generale Francesco Paolo Figliuolo è il più caldo. L’obiettivo resta arrivare il prima possibile a 500mila somministrazioni al giorno. Secondo il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, con Draghi e il nuovo commissario c’è stato un “netto cambio di passo”. Soprattutto, argomenta ancora lo scienziato, “si è capita subito quale fosse la priorità ovvero vaccinare le fasce di popolazione più a rischio”. E dopo le nuove direttive di Figliuolo le Regioni cercano di organizzarsi, anche perché come spiegato da Draghi quella delle dosi alle persone più avanti con l’età sarà uno dei parametri tramite il quale verranno valutate le riaperture delle singole regioni. Da oggi in Puglia il vaccino AstraZeneca sarà a disposizione di tutti coloro compresi nella fascia di età tra 79 ai 60 anni che non hanno avuto ancora possibilità di prenotarsi, in ordine di anzianità a partire dai 79enni. Lo stesso accadrà per tre giorni (12-14 aprile) in Basilicata. Uno sforzo per cercare di allinearsi con le realtà più virtuose. Intanto il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, avverte. “Le riaperture vanno fatte certamente per rispondere alla crisi economica e sociale, ma devono essere ben ponderate in funzione dei numeri”. Lo stesso approccio che ha sempre guidato le scelte del presidente del Consiglio.
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