La docente dell'Università Statale di Milano che ha lavorato ai test: "Potrebbero essere fatti da chiunque, a casa. Non sappiamo perché non siano ancora approvati"
“Il potenziale infettivo del Covid è enorme: dato che il vaccino per i bambini ora non c’è, non abbiamo altri strumenti se non quello di anticipare il virus”. A parlare è il sindaco di Bollate (Milano), una delle città finite in zona rossa anticipata a metà febbraio, dove lunedì verrà fatto uno screening su tutta la popolazione scolastica con i tamponi salivari molecolari. Bimbi e ragazzini, dalle elementari, alla prima media, docenti e personale Ata: “Tutti coloro che sono tornati alla didattica in presenza” spiega il primo cittadino. Si tratta di circa duemila persone: le adesioni, su base volontaria, stanno arrivando proprio in queste ore. “Invito tutti a partecipare per responsabilità e generosità – spiega Vassallo – Sento tanta gente che è perplessa per l’ipotesi della quarantena ma è assurdo, i test che faremo sono affidabili come i tamponi. I bambini possono essere asintomatici ma abbiamo imparato che sono in grado di infettare famigliari fragili, anziani, genitori che poi vanno nei luoghi di lavoro”.
I test salivari molecolari non sono però ancora autorizzati a livello nazionale: “Non sappiamo esattamente perché, abbiamo portato la cosa all’attenzione delle autorità competenti” spiega a LaPresse Elisa Borghi, professore associato di microbiologia clinica della Statale di Milano. Borghi è nel team di scienziati che ha elaborato il test: “Siamo partiti da un protocollo pubblico dell’Università di Yale che si chiama ‘Saliva Direct’ e abbiamo implementato l’analisi nei nostri laboratori lavorando soprattutto sull’autocampionamento – spiega Borghi -. Insieme a una ditta italiana abbiamo implementato anche la sicurezza. Lunedì i bambini lo faranno a scuola ma chiunque potrebbe farlo anche a casa“. Potrebbe, perché a oggi il test non è in commercio: “Naturalmente va portato comunque in laboratorio. Ma come accade per lo screening del cancro del colon retto, si potrebbe acquistare in farmacia e poi spedirlo ai laboratori” conclude la docente. l’affidabilità di questi test è uguale a quella dei tamponi molecolari: “Anzi, secondo i dati disponibili il virus nella saliva si manifesta da 1 a 4 giorni prima, quindi è affidabile soprattutto su asintomatici e presintomatici” dice ancora la docente.
A Bollate, lunedì, saranno effettuati anche i test ‘pungidito’: si tratta di test sierologici che saranno analizzati comunque in laboratorio. “Ci serve per capire quanto il virus è circolato nella popolazione scolastica” spiega ancora il sindaco. Qui infatti a fine gennaio sono scoppiati a scuola alcuni focolai che hanno messo in allarme per via delle varianti del Covid: “La scuola d’infanzia è chiusa dal 29 gennaio, poi l’11 e il 12 febbraio abbiamo chiuso il resto – spiega il dirigente scolastico dell’Ic Rosmini, Salvatore Biondo – Anche per questo nel nostro istituto faremo il test anche ai bambini”. Il costo è a carico del Comune, che ha previsto una spesa di circa 70 mila euro augurandosi che tutti aderiscano. “L’auspicio è che si possa concludere l’anno in presenza ma sappiamo che in questa situazione non è certo” aggiunge il dirigente scolastico Biondo.
Anche se la zona rossa anticipata avrebbe dovuto salvare la città, il sindaco non nasconde la delusione: “Devo essere sincero: la Regione ha fatto annunci roboanti nei famosi comuni dove è stata anticipata la zona rossa. Io purtroppo su Bollate non ho visto questi numeri – spiega – forse a Viggiù e Mede dove hanno vaccinato quasi tutti è accaduto ma a Bollate non ho visto un abbassamento significativo della curva”. Vassallo ha chiesto alla Regione di vaccinare tutta la popolazione: “Non ho mai ricevuto risposte da Fontana, ho mandato due lettere al presidente di Regione Lombardia il 4 marzo ma non ho mai ricevuto risposta. Volevo vaccinare tutti anche io, anche se mi rendo conto delle difficoltà avendo quasi 40 mila abitanti” conclude.
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