La Fondazione: "Terza ondata in arrivo, ma campagna vaccinale non decolla"

Un aumento dei casi del 33% negli ultimi 7 giorni. È quanto emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe secondo cui nella settimana dal 24 febbraio al 2 marzo 2021, rispetto alla precedente, si è verificato un netto incremento dei nuovi casi (123.272 vs 92.571) e un modesto calo dei decessi (1.940 vs 2.177).In forte rialzo i casi attualmente positivi (430.996 vs 387.948), le persone in isolamento domiciliare (409.099 vs 367.507), i ricoveri con sintomi (19.570 vs 18.295) e le terapie intensive (2.327 vs 2.146). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni: decessi: 1.940 (-10,9 per cento); terapia intensiva: +181(+8,4 per cento); ricoverati con sintomi: +1.275 (+7 per cento); isolamento domiciliare: +41.592 (11,3 per cento); nuovi casi: 123.272 (+33,2 per cento); casi attualmente positivi: +43.048(+11,1 per cento).”Per la seconda settimana consecutiva – dice Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si registra un incremento dei nuovi casi che negli ultimi 7 giorni supera il 33 per cento, segnando l’inizio della terza ondata”.Rispetto alla settimana precedente, in 16 Regioni e nella Provincia autonoma di Trento aumentano i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti e in tutto il Paese sale l’incremento percentuale dei nuovi casi, fatta eccezione per la Provincia autonoma di Bolzano, Umbria e Molise, sottoposte a misure restrittive.

Corre la variante inglese

Secondo i dati dell’Iss, al 18 febbraio, la variante inglese è diffusa, in Italia al 54%, quella brasiliana al 4,3%, la sudafricana allo 0,4%. “Con la situazione epidemiologica in rapida evoluzione – commenta Renata Gili, responsabile ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe – la diffusione attuale è sicuramente maggiore ed e’ pertanto fondamentale essere realmente tempestivi nell’istituzione delle zone rosse a livello comunale e provinciale”.Nella settimana 24 febbraio-2 marzo, nell’87,6% delle province si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente, con valori che superano il 20% in ben 65 province. “Nonostante l’allerta lanciata dalla Fondazione Gimbe già da due settimane – afferma il presidente Nino Cartabellotta – gli amministratori locali continuano a ritardare le chiusure se non davanti a un rilevante incremento dei nuovi casi, quando è ormai troppo tardi. In presenza di varianti pià contagiose, questa “non strategia” favorisce la corsa del virus, rendendo necessarie chiusure più estese e prolungate”.

“La Fondazione Gimbe già da settimane segnala le spie rosse di un’aumentata circolazione del virus, la cui forte accelerazione sta di fatto avviando la terza ondata. Ma i tempi di politica e burocrazia sono sempre troppo lunghi e le zone rosse locali arrivano quando la situazione ormai è sfuggita di mano”. Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. “La campagna vaccinale, intanto, stenta a decollare non solo per i noti ritardi di produzione e consegna delle dosi, ma anche per difficoltà organizzative di molte Regioni che lasciano ‘in fresco’ dosi di vaccino che potrebbero evitare ricoveri e salvare vite, soprattutto tra le persone più a rischio di covid-19 severa – ha affermato -. Infine, il primo Dpcm a firma Draghi non segna affatto il cambio di passo auspicato: il sistema delle Regioni ‘a colori’ resta di fatto immutato, così come le misure per la maggior parte delle attività produttive e commerciali. E a pagare il conto più salato, come sempre, è la scuola”.

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