Migliorano i dati e 5 regioni cambiano colore. Liguria e Sicilia in zona gialla
La velocità di trasmissione dell’epidemia di coronavirus in Italia “sta rallentando e ha raggiunto livelli di Rt prossimi a 1 in molte Regioni” si tratta di dati incoraggianti ma “questo andamento non deve portare ad un rilassamento prematuro delle misure o ad un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti”, il mantra dell’Iss. E’ la giornata più attesa della settimana, il venerdì del monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità sull’andamento del Covid-19. Che, dall’inizio della seconda ondata, non è tra i più neri. E lo dimostra l’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, che fa scendere in zona arancione Calabria, Lombardia e Piemonte e in zona gialla Liguria e Sicilia. Rinnovate invece le misure di Campania e Toscana (che restano in fascia rossa), Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche (in arancione).
Il cambio di fascia, che si basa sui 21 parametri tanto contestati, sarà in vigore dal 29 novembre e fino al 3 dicembre, quando il governo varerà il nuovo Dpcm, vincolato al sistema della divisione per zone di criticità e sulla proporzionalità. Il più grande cambiamento per le regioni considerate fuori dal picco dell’epidemia è quello di una maggiore libertà di spostamento all’interno del proprio comune. Riapriranno anche i negozi, non solo quelli alimentari, con i centri commerciale pronti ad alzare la saracinesca, ma non nei week end e nei giorni festivi e prefestivi. Anche le scuole riaprono i battenti (tranne per le superiori ancora in didattica a distanza) con il ritorno in aula degli studenti di seconda e terza media. Una boccata d’ossigeno, dovuto a un Rt sceso a 1.08 sul territorio nazionale, ma che vede ancora in allerta gli scienziati sul monitoraggio territoriale: “Quasi tutte le Regioni sono ancora classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio o a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane”.
Dopo il braccio di ferro con Speranza, il presidente sella Lombardia Attilio Fontana può tirare un sospiro di sollievo. il quale, però, vuole tenere alta la guardia: “Bisogna far capire ai cittadini che non è iniziata la stagione del ‘liberi tutti’, non ci può comportare come ci poteva comportare prima”. Stessa linea quella di presidente piemontese, Alberto Cirio: “Una notizia positiva che è il frutto di tanti sacrifici dei piemontesi e del grande lavoro dal nostro sistema sanitario. Non possiamo sprecare questo grande sforzo, non possiamo permetterci di tornare indietro. La strada è quella giusta, continuiamo a percorrerla insieme con senso di responsabilità e prudenza”. Non ci sta invece Erik Lavevaz, alla guida della Regione Autonoma Valle d’Aosta, contro la proroga della zona rossa: “Ad ora non sappiamo perché. Roma deve darci risposte chiare, questa non è serietà”. E mentre l’Italia si tinge un po’ meno di rosso, il governatore Luca Zaia prova a ripartire nella sua fascia gialla: “In Veneto è in arrivo un ordinanza che apre i negozi il sabato nel rispetto di tutte le direttive anti-Covid. Rimangono invece invariate le chiusure domenicali”.
Sul fronte Dpcm, la lunga riunione a palazzo Chigi non ha portato ancora sostanziali novità. Quasi certa la conferma dei limiti degli spostamenti tra regioni – se non nei casi già previsti – e il coprifuoco che sarà allentato di poco, non oltre le 23, ma che non permetterà lo svolgimento della messa di Natale e i festeggiamenti per l’anno nuovo. Ancora da stabilire il numero dei commensali per i cenoni, resta ferma la raccomandazione di accogliere in casa solo parenti stretti.
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