Lo storico capo del gruppo Viking ha rilasciato un messaggio sui social subito dopo il terremoto giudiziario che ha azzerato vertici e direttivi ultras
“Non si molla, la Curva deve andare avanti”. Le prime parole dalla Curve Nord dell’Inter dopo il terremoto giudiziario che lunedì ha azzerato vertici e direttivi degli ultras nerazzurri e rossoneri con l’inchiesta della Procura di Milano, le ha pronunciate ieri Nino Ciccarelli, storico capo del gruppo Viking del tifo organizzato interista e personaggio della Curva protagonista di numerosi episodi di militanza e violenza.
Il messaggio sui social: “Non molliamo”
Il 54enne pescarese (festeggerà 55 anni il 12 ottobre) ha dichiarato “non sono indagato” (ma ieri è stato perquisito), mentre polizia di Stato e guardia di finanza arrestavano e portavano in carcere o ai domiciliari 18 ultras e un imprenditore per gli affari illeciti che gravitano attorno al Meazza di San Siro. “Quello che succederà con la Curva ve lo faremo sapere, ma non molliamo, ok” le sue prime parole quasi ad auto impossessarsi dello scettro di ‘reggente’.
Il soprannome “Tre Lame”
Soprannominato “Ombre” o “Tre Lame”, nato a Penne in Abruzzo, residente a Milano nel quartiere Quarto Oggiaro, Ciccarelli è già stato oggetto di procedimenti penali e informative della Digos che hanno ricostruito la struttura piramidale della Nord negli ultimi anni. È stato raggiunto nel 2019 da un Daspo per gli scontri del 26 dicembre di quell’anno fra ultras dell’Inter e del Napoli in cui fu ucciso il tifoso nerazzurro Daniele Belardinelli. Per gli stessi episodi fu sottoposto a custodia cautelare in carcere e condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione con Daspo per 8 anni e obbligo firma Poi sottoposto alla sorveglianza speciale. A suo carico figurano precedenti di polizia per guida in stato di ebbrezza, rissa, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, ingiuria, minacce, istigazione a delinquere, evasione, armi e droga. E’ stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza mentre, con altri esponenti di spicco, nasconde sacche di mazze e bastoni. Ha fatto parte del ‘gruppo decisionale’ della Curva, quello che gli investigatori definiscono una sorta di ‘consiglio di amministrazione’ con il compito di tracciare le linee guida e organizzare le attività nel rispetto delle gerarchie interne. Decisioni che vengono prese durante incontri riservati, come alcuni di quelli che compaiono nelle carte dei pm della Dda di Milano Paolo Storari e Sara Ombra, e poi comunicati a ‘capi’ dei singoli gruppi durante riunioni a cadenza periodica e settimanale o con piattaforme di messaggistica e gruppi Whatsapp.
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