Un viaggio nella memoria per celebrare un campione ma prima ancora un uomo, tra cimeli, fotografie e trofei. A distanza di 40 anni dalla vittoria del Campionato del Mondo 1982, con il sostegno della Regione Lazio e la volontà del Coni, è stata inaugurata al Salone d’Onore del Comitato Olimpico nazionale la mostra dedicata a Paolo Rossi, il ‘Pablito’ nazionale che lanciò l’Italia di Bearzot verso il titolo mondiale. Nel giorno della sfida tra Italia e Brasile al Sarrià, giocata lunedì 5 luglio 1982, le istituzioni rappresentanti il mondo dello sport, del calcio, della politica e della cultura oltre ai diretti testimoni del Mondiale 1982 (presenti Marco Tardelli e Bruno Conti) hanno onorato e ricordato quel magico periodo storico dando simbolicamente il via alla mostra ‘Paolo Rossi, un Ragazzo d’Oro’, dal 6 al 12 luglio, dalle 10 alle 17. L’eroe del Mundial 82, capocannoniere del Mondiale di Spagna, verrà raccontato attraverso un percorso espositivo che ripercorrerà tutte le più importanti tappe della sua vita, divisa in varie sezioni: dagli esordi alla conquista del titolo di campione del mondo, passando per fotografie, tessere, persino la pagella delle elementari a Prato. In una mostra che utilizza media differenti, come la realtà virtuale, attraverso la quale saranno riprodotti a 360° i tre gol memorabili di Italia-Brasile 82, fotografie e ricordi vari, cimeli intramontabili e difficilmente raccolti da un solo atleta, interviste di molti personaggi dello sport e dello spettacolo dedicate a Paolo, sound design dove ci si avvicinerà al prezioso Pallone d’oro, alla Scarpa d’oro, al premio al miglior giocatore dei Mondiali e altri trofei mitici della sua carriera. Saranno esposte anche maglie originali di altri campioni del calcio che hanno voluto rendere omaggio a Paolo e alla mostra a lui dedicata.
L’arbitro della partita Italia-Brasile 1982 nello stesso giorno e alla stessa ora, esattamente alle 17.15 di quarant’anni fa, ha dato il fischio d’inizio all’esposizione con il fischietto originale portato per l’occasione da Zurigo grazie alla collaborazione del Fifa Museum. In quell’esatto momento si è animato il videowall della Sala d’Onore del Coni con un videoclip emozionale che ha ripercorso la vita sportiva e privata del calciatore, campione e uomo Paolo Rossi sulle note di ‘Giulio Cesare’ di Antonello Venditti. “La mostra è qualcosa di speciale e commovente. Fa riflettere che già nel 1982 c’era qualche contenzioso tra la politica e il mondo dello sport, con la politica che si è avvicinata solo nel momento della vittoria dopo aver chiesto addirittura che la Nazionale si ritirasse. L’Italia di Bearzot e Rossi ha fatto un’impresa storica che ha saputo unire un intero Paese. E lo sport italiano deve essere orgoglioso di questa storia”, ha ricordato Giovanni Malagò, presidente del Coni, nel corso della presentazione della mostra. Per il presidente della Figc, Gabriele Gravina, la mostra parla soprattutto di amore. “Nel 1982 eravamo in piazza a festeggiare quella straordinaria vittoria, una storia diventata mito. Con Enzo Bearzot ho condiviso la gestione del settore tecnico di Coverciano: era un uomo di pragmatismo e scorza dura ma con una straordinaria capacità di trasmettere sensibilità. In questa mostra bellissima dedicata a Paolo Rossi si percepisce amore vero: verso la famiglia, verso i figli, verso il calcio. Nell’antologia delle nostre vite ci sono pagine meravigliose e tante di quelle pagine parlano di calcio. Volevamo celebrare il quarantennale di quel Mondiale in un anno nel quale lo sport ha rappresentato una speranza per il Paese”, ha dichiarato Gravina.
Emozionata la moglie di Paolo Rossi, Federica Cappelletti, che ha contribuito all’allestimento della mostra: “Da quando è venuto a mancare Paolo è stato un rincorrere continuo queste iniziative per tenerlo vivo. Penso che meriti tutta la stima dei presenti e di tutte quelle persone che negli ultimi due anni mi hanno continuato a dimostrare affetto”. Tra i campioni del mondo presenti Marco Tardelli: “A me Paolo manca molto, eravamo più di semplici amici. Era sempre pronto a scherzare”. Il suo ricordo ora si alimenterà ancora di più in una mostra che fa riecheggiare a ritmo continuo il ‘campioni del mondo’ gridato tre volte dal telecronista Nando Martellini.