Gabriele Gravina non torna indietro ma tiene aperto il dialogo con la Lega Serie A, alla quale chiede di diventare la vera forza “motrice” del calcio italiano. Davanti alla richiesta della ‘Confindustria del pallone’ di uno slittamento dei termini (scaduti martedì) per adeguare lo Statuto, il presidente della Figc non arretra. E nel dare un ulteriore messaggio contro quell”immobilismo’ e ‘conservatorismo’ di cui spesso ha fatto cenno, ha nominato il commissario ad acta chiamato ad intervenire proprio sui quei principi informatori, temi ritenuti indispensabili per andare avanti con la riforma del sistema calcio.
Il Consiglio federale, su proposta del presidente, ha affidato l’incarico al prorettore dell’Università degli studi del Foro Italico, Gennaro Terracciano, professore di diritto amministrativo. Entrerà nel pieno delle sue funzioni a partire dal 26 febbraio e con termine del suo incarico il 15 marzo. La Lega avrà così ancora altri nove giorni effettivi per adeguare lo statuto autonomamente, proseguendo il lavoro iniziato dall’assemblea.
Se entro il 25 febbraio non verrà adeguato lo Statuto scenderà dunque in campo Terracciano. Una fiducia a tempo ma niente ultimatum, dunque, da parte della Figc nei confronti della Lega più importante del sistema con cui Gravina intende instaurare un clima di maggiore confronto e collaborazione. La volontà è anche quella di lasciarsi alle spalle le frizioni dopo la ‘lettera fantasma’ in cui i 20 club di Serie A chiedevano al Coni e al Governo una sponda sulla questione dell’adeguamento dello Statuto.
“Sono state accantonate alcune forme di tensione che soprattutto in questo momento non hanno motivo di esistere. I nostri sono più principi ‘riformatori’ che ‘informatori’, il Commissario avrà una funzione di collaborazione e di supporto ai club di Serie A”, ha dichiarato Gravina al termine del Consiglio federale raccogliendo poche ore dopo l’apprezzamento del sottosegretario allo sport, Valentina Vezzali, nel dare altri giorni di tempo alla Lega “per trovare una soluzione condivisa”.
Il presidente della Figc ha auspicato “una Lega di A forte e determinata, che rivendichi una leadership di contenuti e non una leadership urlata”. “Vogliamo una Lega in grado di essere la motrice del calcio italiano”, ha spiegato, fiducioso del fatto che presto “verrà presa coscienza da parte di tutte le componenti che le porterà a chiedere al Consiglio di accelerare il processo di riforma”.
Sul fronte del dialogo con il governo, Gravina ha lanciato altri due chiari messaggi, dalla capienza stadi ai ristori. Sul primo punto è stato netto. “Noi chiediamo subito il 100% di capienza degli stadi senza passare per il 75 a fine febbraio.
Vezzali, però, non si sbilancia: “In questi giorni ho sentito spesso il ministro Speranza -ha detto Vezzali a margine di un evento al Senato-. Abbiamo un decreto in conversione, su cui è stata posta la fiducia, che prevede il ripristino della capienza precedente. Torneremo entro venerdì al 75% della capienza all’aperto e al 60% al chiuso. Sicuramente nell’ottica della fine dello stato di emergenza auspico il ritorno ad una capienza al 100%. Non escludo che le nuove regole possano valere già da questo fine settimana”.
Per quanto riguarda le interlocuzioni con il Governo, Gravina ha poi chiarito che non intende più avanzare richieste sui ristori. “Non li chiederò più perché sentire ancora dei ‘no’ mortifica il nostro impegno. Stiamo lavorando per dare una pari dignità al mondo del calcio rispetto ad altri settori dell’economia. C’è un giro d’affari attorno alle scommesse che in Italia oscilla tra i 13 e i 15 miliardi di euro, chiediamo la tutela del nostro diritto d’autore”.
Il clima che punta al cambiamento e a dare maggiore peso specifico al calcio si inserisce in un momemto particolarmete delicato che riguarda l’accesso dell’Italia ai Mondiali in Qatar. Gli spareggi di fine marzo rischiano di essere un crocevia politico importante ma Gravina si è mostrato sereno, allontanando l’ipotesi dimissioni: “Se c’è qualcuno che pensa questo è un anti-tifoso, un anti-italiano e sta coltivando una falsa illusione”.

