Niente facili proclami ma tanta ambizione e voglia di non far rimpiangere il passato. Nel mezzo di una ‘tempesta’ che ha spazzato via in una sola estate pedine pregiate come Lukaku, parte davanti al pubblico di San Siro aperto a 25 mila spettatori la ‘scalata’ di Simone Inzaghi, il tecnico del dopo Antonio Conte, consapevole della difficoltà del suo ruolo. Dopo 21 anni di Lazio, l’allenatore piacentino si è messo in gioco cogliendo al volo l’occasione per dimostrare il suo valore. La ‘prima’ in nerazzurro contro il Genoa regalerà qualche emozione ma “tempo cinque minuti tutto passerà”, ha garantito. In fondo non è possibile concedersi troppo ai sentimenti. All’Inter riveduta e corretta nel giro di pochi mesi c’è subito bisogno di andare forte, raccogliere punti in fretta e partire con il piede giusto. “Contro il Genoa voglio vedere in campo quello che abbiamo fatto in questi 45 giorni, dal 1′ al 95′. Vogliamo iniziare bene davanti ai nostri tifosi”, ha dichiarato Inzaghi sottolineando che la stagione che verrà “sarà difficile ma andremo in giro con lo scudetto sul petto e faremo del nostro meglio per difenderlo. Gli obiettivi sono ambiziosi”. Motivazione e orgoglio sono i punti cardine del suo discorso di vigilia, elementi imprescindibili su cui insiste sapendo che servirà compattezza, unità e coesione per fronteggiare una stagione non facile, per le difficoltà societarie che il club ha dovuto affrontare.
“Sappiamo che aveva dei problemi e la cessione dovuta di Hakimi e quella inaspettata di Lukaku sono servite a mettere in sicurezza i conti, ma sono arrivati sostituti molto forti. Dzeko sarebbe stata una mia richiesta al di là di Lukaku. Calhanoglu lo conosciamo bene, Dumfries è molto interessante e avrà bisogno di tempo per ambientarsi, Dimarco ha due campionati alle spalle in più”, ha spiegato. Il tecnico ha ammesso di fatto che l’addio di Lukaku è stato un mezzo choc. “La sua cessione non era preventivata. Abbiamo cercato di convincerlo, ma il ragazzo è stato molto sincero, dicendoci che il Chelsea era il suo sogno e che aveva fatto la sua scelta. Poi ci siamo organizzati”, ha dichiarato. Per poi esaltare le doti di Dzeko: “E’ fra i migliori centravanti in circolazione, fa reparto da solo e sono contento di allenarlo”. Con lui arriveranno dei rinforzi importanti (Thuram o Correa), quanto serve per avere maggiori soluzioni offensive e garanzie. “Sappiamo che manca qualcosa dal mercato e che arriverà un attaccante, ma sono contento di quanto fatto in entrata finora”, ha spiegato il tecnico che punta sul valore delle motivazioni. “Sono quelle che faranno la differenza. I nostri obiettivi sono ambiziosi. A me non piace fare proclami ed è inutile fare griglie: viste le partenze, mi aspettavo che non ci mettessero tra i favoriti, ma ci sono 7 squadre attrezzate. In questo momento poi non voglio fare proclami. In questi giorni i ragazzi mi hanno dimostrato che di motivazioni ne hanno da vendere”, è il pensiero di Inzaghi, consapevole della sfida che ha deciso di affrontare. “Quando ho accettato l’Inter, sapevo che sarebbe stata una sfida importante. L’ambiente sta andando in un’unica direzione, i tifosi ci sono vicini. Le cessioni sono servite a mettere in sicurezza il club, ora dobbiamo remare tutti insieme”, ha sottolineato. La linea è sempre quella, compattezza e sacrificio. Per evitare che il dopo Conte della tifoseria si trasformi in rimpianto.