Il presidente federale: "Le società sono in grande difficoltà, abbiamo bisogno di tempi certi"

 Finita la festa dell’Europeo con il trionfo azzurro l’orizzonte si sposta subito sul prossimo campionato che verrà. Il tema del ritorno dei tifosi allo stadio, senza limitazioni e con capienza al 100%, è da settimane al centro delle riunioni tra i presidenti dei club. Dopo il rinnovato appello, nel giorno della stesura dei calendari, del numero uno della Lega Serie A, Paolo dal Pino, a parlare di ‘green pass’ per l’accesso allo stadio è stato il presidente federale, Gabriele Gravina, che attende risposte dal Governo in tempi rapidi. “Abbiamo formalizzato la richiesta alla sottosegretaria allo sport, Valentina Vezzali. Siamo in attesa che la procedura venga definita anche secondo le indicazioni del Cts”, ha fatto sapere il numero uno del calcio italiano, al termine del Consiglio federale, il primo dopo il triondo a Euro 2020 con l’Italia finita al centro d’Europa. L’obiettivo è chiaro, far partire il massimo campionato (al via il 22 agosto) con il pubblico e puntare a fare in modo che il calcio diventi uno strumento per avviare anche un processo di incentivazione alla vaccinazione nel Paese.

“Vogliamo arrivare a utilizzare il ‘green pass’ in modo rapido e renderlo efficace anche nei nostri stadi. Siamo responsabilmente convinti che forse sarà complicato ottenere la riapertura alla totale fruibilità dei posti disponibili. Chiediamo gradualità e accompagnamento. Le società sono in grande difficoltà, abbiamo bisogno di tempi certi. Entro la fine di luglio sarà assolutamente definito”, ha spiegato Gravina. Rispetto dunque alla Lega c’è maggiore prudenza, si chiede un primo passo verso la normalità per evitare il rischio di peggioramenti che rischiano di pregiudicare gli sforzi fatti. Ma il calcio ha fretta di certezze. Seguendo la linea del Cts sulla capienza dei treni ad alta velocità al 100% quando i passeggeri hanno il Green Pass, si valuta infatti se rendere obbligatorio il certificato anche per partecipare agli eventi sportivi negli stadi. I club devono fare i conti con la congiuntura economica, la vendita dei biglietti allo stadio è una fonte di ricavi che molti club ritengono fondamentale, da qui la sottolineatura su quanto sia fondamentale far partire il prossimo campionato di serie A con il pubblico sugli spalti. Il calcio in questa ‘partita’ non è solo. La richiesta di un ritorno nei palazzetti è stata fatta anche da altre federazioni, come il volley che punta per avviare un rientro graduale negli impianti.

Ma per il mondo del calcio il ritorno negli stadi si intreccia anche con la questione delle infrastrutture. In Figc c’è l’intenzione di valutare la candidatura dell’Italia all’Europeo del 2028 o al Mondiale del 2030, in cui si festeggia il centenario del campionato del mondo. “Ma dobbiamo migliorare la condizione degli stadi perché se non avviamo un percorso di investimento nelle infrastrutture non potremo mai ambire all’organizzazione di un grande evento”, ha spiegato Gravina. “Stiamo avviando una serie di sinergie con l’Istituto per il Credito Sportivo e il Governo. Dobbiamo fare le cose in tempi rapidi, per me non esiste l’idea che ‘non ho gli stadi, ma se mi dai l’evento li costruisco’. Non è così che si lavora”, ha spiegato Gravina. Stadi per i tifosi dunque ma in un futuro breve anche nuovi ed efficienti, fruibili, e che possano consentire di organizzare eventi internazionali.

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