“Avevamo negato il permesso a festeggiare la vittoria dell’Italia agli Europei sull’autobus scoperto, ma i patti non sono stati rispettati”. A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, che non nasconde l’amarezza “per le possibili conseguenze che potrebbero verificarsi nelle prossime settimane, nonostante il grandissimo lavoro svolto”.
“Venerdì scorso – spiega Piantedosi – abbiamo convocato un comitato per l’ordine e la sicurezza. Io avevo concordato la linea con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e con il capo della polizia Lamberto Giannini. La riunione era proprio per decidere che cosa fare e per questo abbiamo coinvolto direttamente anche la Figc, che chiedeva di consentire agli atleti della Nazionale di fare un giro per Roma su un autobus scoperto, ma è stato spiegato chiaramente che non era possibile e che non potevamo autorizzarli“.
A commentare la vicenda anche il presidente del Coni Giovanni Malagò: “Non so come questo discorso si sia sviluppato. Ho visto che c’era un conciliabolo al Quirinale, non so dire altro. Quello che è sicuro è che a prescindere dell’autobus scoperto o coperto, si è riversata in città una quantità impressionante di persone. Una presenza spontanea”, ha detto ai microfoni di Rainews.
“Non è nostra intenzione alimentare ulteriori polemiche, perché non vogliamo trasformare un momento di gioia nazionale in un argomento di divisione. Abbiamo sempre lavorato per l’unità e continueremo a farlo, sottolineando però come la Federazione sia sempre stata responsabile, ma soprattutto rispettosa delle istituzioni e dei tifosi italiani“. Commenta così le dichiarazioni del prefetto diRoma il presidente della Figc, Gabriele Gravina, in merito alla festa degli azzurri in città.
“Ritenuto che la situazione non fosse più gestibile in quanto il bus coperto non aveva dissuaso i tifosi dal cingere in tutti i modi la delegazione italiana, reiteravamo ancora la richiesta, a questo punto condivisa dalle istituzioni, per un breve tragitto con il bus scoperto“. “In merito alla completa ricostruzione dei fatti”, la Federazione precisa in una nota che “interpretando il sentimento popolare, nei giorni che hanno preceduto la finale di Wembley la Figc ha chiesto l’autorizzazione, sempre negata, per i festeggiamenti di un eventuale successo europeo, individuando diverse location (tra cui Piazza del Popolo) dove si potesse svolgere con numeri contingentati e nel rispetto di tutte le prescrizioni del momento una cerimonia in tutta sicurezza; senza alternative percorribili, la Figc ha organizzato il ritorno della squadra a Firenze presso il Centro Tecnico di Coverciano per l’immediato scioglimento della delegazione”. “Il rientro su Roma – si legge – è stato previsto solo dopo aver ricevuto i graditi inviti da parte del Capo dello Stato e del Presidente del Consiglio dei Ministri”