Il Ct azzurro: "In Nazionale si giocano poche partite e a volte uno si stanca di stare a casa"
Andare ai Mondiali e poi dirsi addio. Il legame profondo tra il ct Roberto Mancini e la Nazionale italiana sembrerebbe chiudersi a dicembre del prossimo anno dopo la Coppa del Mondo sotto il sole feroce del Qatar. Un appuntamento iridato al quale l’Italia non può mancare dopo la fallita partecipazione alla fase finale dell’edizione 2018 in Russia e che in qualche modo il ‘Mancio’ fissa come punto di arrivo della sua gestione in azzurro, iniziata il 18 maggio di tre anni fa, quando con la sua nomina si pose fine al ‘periodo di transizione’ e di rivoluzione della nazionale avviato dopo il fallimento dell’era Ventura. Sul futuro del ct di Jesi e del suo rinnovo sulla panchina azzurra si discute da mesi, la Figc e il presidente Gabriele Gravina hanno assicurato a più riprese che non ci sono problemi per arrivare ad un prolungamento del contratto alla luce anche degli ottimi risultati conseguiti dalla Nazionale in Nations League e nelle qualificazioni agli Europei. Ma il ct già guarda oltre e non nasconde la sua voglia di tornare ad allenare un club quando con l’azzurro la sua ‘mission’ verrà raggiunta. “I contratti sono lì ma si possono rompere o allungare in qualsiasi momento. Fare i Mondiali con l’Italia? Intanto dobbiamo qualificarci ai Mondiali visto che non è così scontato dopo l’ultima volta. Prima abbiamo l’Europeo e poi la Nations League in casa nel prossimo ottobre. Dopo ci sono i Mondiali, nell’arco di due anni abbiamo tre competizioni importanti ed è chiaro uno vorrebbe giocarle tutte”, ha dichiarato Mancini prima di ammettere le sue ‘debolezze’: “In Nazionale si giocano poche partite e a volte uno si stanca di stare a casa. Questo è il problema. È un grandissimo onore sedere sulla panchina della Nazionale Italiana soprattutto in questo momento in cui la squadra è tornata molto competitiva e dobbiamo affrontare delle competizioni importanti. Poi sicuramente sì, tornerò”.
Di fatto Mancini, che da tecnico ha vinto quattro Coppe Italia, due Supercoppe italiane, tre campionati italiani, un campionato inglese, una FA Cup, una FA Community Shield e una Coppa di Turchia, mostra di avere nostalgia per la vita di campo, quotidiana, che solo un club può dare. L’amore per l’azzurro, soprattutto dopo il ko dell’Italia nello spareggio contro la Svezia che sancì l’addio ai Mondiali 2018, lo ha spinto ad accettare con passione il ruolo di commissario tecnico e le soddisfazioni che si sta togliendo non sono poche. Sotto la sua guida la nazionale ha ritrovato la top ten del ranking mondiale. “Eravamo scesi al ventunesimo posto, ora siamo decimi e sesti in quello europeo. Abbiamo fatto molto bene in questo anno e mezzo, fortunatamente siamo riusciti a risalire e penso che possiamo salire ancora perché l’Italia merita molto di più. I tanti giovani lanciati in nazionale? In quel momento era importante trovare ragazzi giovani per dare un futuro alla Nazionale, da mixare con quei 4-5 giocatori più esperti che potevano aiutarli a crescere”, ha dichiarato per poi fare una battuta sul suo possibile successore. “Non lo so, ci sono tanti allenatori che possono farlo: Allegri, Ancelotti e Gasperini per esempio possono guidare la Nazionale”. Al momento c’è il ‘Mancio’. L’Europeo in casa e le qualificazioni ai Mondiali gli diranno se avrà ancora voglia di restare.
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