Scozzesi battuti 4-2 a San Siro. In gol Calhanoglu, Castillejo, Hauge e Diaz

Solidità e coraggio ma soprattutto la consapevolezza delle proprie forze e ambizioni. Il Diavolo non smette di sorprendere e di graffiare con la forza dei suoi giovani talenti e di un tecnico come Pioli che trova sempre le mosse giuste per raddrizzare serate che sembrano nate storte. Neanche sotto di due reti questo Milan si fa tremare le gambe e con autorità ribalta il Celtic dopo lo sbandamento iniziale vincendo per 4-2 e conquistando la qualificazione ai sedicesimi di Europa League grazie al successo del Lille sullo Sparta Praga. Serviva un successo per continuare a cullare il sogno europeo e la squadra ha centrato l’obiettivo nonostante sia andata sotto di due reti per evidenti cali di attenzione nei minuti iniziali. Ma ai gol improvvisi e inattesi di Rogic al 7′ ed Edouard al 14′ il Diavolo ha risposto in due minuti con Calhanoglu su punizione e Castillejo al 26′ per poi mettere la freccia e operare il sorpasso con una invenzione del gioiellino norvegese Hauge al 50′ per poi chiudere con Brahim Diaz all’82’ su altra invenzione dello scandinavo. Pioli, al suo rientro in panchina dopo i tre stop dovuti al Covid, ha trovato il modo di riparare al danno con assoluta lucidità, evitando che la squadra cedesse alla frenesia. Una vera prova di maturità che certifica la compattezza di un gruppo che sa correre e soffrire quando è il momento della verità.

Senza l’infortunato Ibrahimovic, Pioli opta in attacco schierando Rebic con Calhanoglu trequartista e Castillejo e Hauge esterni. In mediana Kessie e Krunic. Per il Celtic c’è Edouard come terminale offensivo con Rogic a supporto. La difesa affidata ai due centrali Bitton e Ajer. Il Milan approccia al match con ritmi blandi e paga subito una amnesia difensiva: al 7′ disimpegno complesso, Krunic non controlla il pallone in area, Rogic ne approfitta e di sinistro batte Donnarumma piazzando vicino al palo. Il Diavolo è stordito, manca di equilibrio e subisce anche l’infortunio muscolare di Kjaer che dopo poco più di dieci minuti deve cedere il posto a Romagnoli. Serve il migliore Donnarumma per evitare subito la seconda rete degli scozzesi su tiro centrale di McGregor ma il raddoppio degli ospiti non tarda ad arrivare a causa della cattiva disposizione in campo dei due centrali rossoneri: assist di Christie per Eduard che sul filo del fuorigioco con un pallonetto firma il 2-0 al 13′. Peggio di così il Diavolo non poteva iniziare. Quella che doveva essere una gara in discesa si trasforma in una complessa scalata. Il Celtic sembra correre il doppio, trova gli spazi, va in anticipo su ogni pallone lasciando il Milan a corto di idee. Pioli si sbraccia, chiede compattezza, attenzione e più vigore nei contrasti perché la fisicità degli scozzesi si fa sentire. Serve un guizzo personale, una invenzione per sbloccare il Diavolo e la regala Calhanoglu al 24′ con una pennellata su punizione. E’ la scossa che rilancia il Milan, artefice due minuti di trovare il pareggio e ricucire il gap con Castillejo: lo spagnolo sfrutta un pallone vagante in area dopo un rimpallo e di sinistro sottomisura fa centro. Il match rientra così nella nornmalità, rispettando le qualità delle due squadre: il Milan cerca subito il colpo del ko, il Celtic arranca e arretra manifestando tutti i suoi limiti e giustificando il suo ultimo posto nel girone.

Nella ripresa Pioli, abile nella gestione e nello sfruttare le risorse degli uomini, fa entrare Tonali per Krunic per dare più energia al centro del campo e geometrie. Il Milan non cambia atteggiamento, alza il baricentro e trova subito con Hauge la rete del sorpasso che rimette le cose: al 49′ il giovane norvegese si inventa un’azione personale dalla trequarti entra in area, regge all’urto di due contrasti e la infila nel palo più lontano.Il Diavolo ora può viaggiare senza affanno e tensioni completando una rimonta meritata. Il resto è gestione, abilità (decisivo due volte Donnarumma), controllo e spazio per il poker, firmato da Brahim Diaz, che con un tocco morbido di esterno destro la spinge in rete dopo un’altra invenzione di Hauge. Il Milan a San Siro non delude e regala una serata d’autore.

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